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Ponte, le opere chieste da Comune; INGV risponde a Bonelli

Intanto si riaccende la questione faglie e terremoti con il botta e risposta tra il deputato Angelo Bonelli e l’INGV

di tcf -

Quello del Ponte sullo Stretto sarà un cantiere che rivoluzionerà totalmente l’area tra le sponde di Sicilia e Calabria. Prima di entrare nel vivo, però, ci sono altre opere che dovranno essere iniziate e completate in anticipo rispetto al collegamento stabile.

Sono le cosiddette opere “anticipate” o anche dette “compensative dell’impatto territoriale e sociale”. Vale a dire quelle richieste dal Comune, che infatti, quasi in contemporanea, la scorsa settimana, ha ribadito col sindaco Federico Basile «la centralità delle opere compensative, già individuate e trasmesse in un elenco di 24 interventi strategici, molti dei quali rispondono a esigenze strutturali del territorio. Alcuni di questi devono essere avviati prima dell’apertura dei cantieri del ponte, per assicurare una reale sostenibilità del progetto». Opere fondamentali per tutta la città da nord a sud, e che tuttavia presentano alcune problematiche.

Alcune di quelle contenute nell’elenco trasmesso da palazzo Zanca sono ancora allo stato preliminare, quindi impossibili da avviare a stretto giro, anche perché di grandi dimensioni. Nonostante ciò, sono indicate come massima priorità; quindi tra quelle che per prime dovranno vedere la luce. Si prospetta dunque una corsa contro il tempo per interventi come il completamento della Panoramica fino a Mortelle con un importo di 25 milioni di euro e il revamping del depuratore di Mili da 2,5 milioni di euro. Intanto si riaccende il caso sulle faglie e il rischio terremoti legato al Ponte sullo Stretto. A riaccendere la miccia una dichiarazione del deputato di Alleanza verdi sinistra Angelo Bonelli a Repubblica ha parlato di un allarme rischio sismico dell’opera giunto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e da Ispra per la faglia di Cannitello rimasti inascoltato dal governo. Una coltre di polemiche che continua ad alimentarsi su un’opera che non ha ancora visto la luce.