Politica
Schifani, ho rimosso un ‘sistema partito’, io non mollo
“La revoca degli assessori della Dc è un atto dovuto, irrinunciabile e inevitabile. Si tratta di una scelta di carattere esclusivamente politico, fondata sull’incompatibilità della presenza di un partito che ha il fondatore e il capogruppo indagati per fatti che, al di là degli sviluppi processuali, hanno già oggi una loro pregnanza”.
Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, spiegando la decisione di rimuovere dalla Giunta due assessori della Democrazia Cristiana, dopo la richiesta della Procura di Palermo di arrestare il leader del partito Salvatore Cuffaro, coinvolto in un’inchiesta su presunti appalti truccati.
“Incompatibilità con i principi di trasparenza”
“Oggi la presenza della Dc in giunta confligge con i principi fondamentali di trasparenza che il mio governo si è sempre imposto”, ha sottolineato Schifani, precisando di non avere mai preso in esame l’ipotesi di azzeramento della Giunta né quella di “abbandonare”.
Secondo il governatore, “l’inchiesta coinvolge direttamente i vertici del partito e il suo fondatore, ipotizzando l’esistenza di un sistema di gestione finalizzato a commettere reati”.
“Due livelli distinti rispetto agli altri assessori”
Alla domanda sulla presenza in Giunta di due assessori coinvolti in vicende giudiziarie, Amata (Fdi) e Sammartino (Lega), Schifani ha chiarito che “alla Dc vengono contestati reati di un sistema partito nei confronti dei cui vertici è stato richiesto l’arresto a causa della gravità degli elementi di accusa raccolti”, mentre gli altri “sono comportamenti che fanno riferimento ai singoli assessori”. “Si tratta di due livelli completamente distinti”, ha aggiunto.
“Rapporti solidi con Tajani e Meloni”
Schifani ha inoltre ribadito di essere “in continuo contatto con Antonio Tajani”, con cui mantiene “un rapporto strutturato”, e di avere “un ottimo rapporto con Giorgia Meloni”.
“Commissariare la Sicilia? Uno slogan offensivo”
Sulle richieste di dimissioni avanzate dal Pd e sulla proposta di commissariamento della Regione lanciata da Carlo Calenda, Schifani ha risposto che “ognuno può esprimere le proprie opinioni purché non si travalichi nelle offese gratuite a un’intera popolazione. Commissariare la Sicilia – ha aggiunto – è uno slogan che ci offende al di là della sua palese impraticabilità costituzionale”.