Economia
11 Miliardi per far ripartire la Libia, spazio anche per imprese siciliane
La missione della Camera di commercio italo libica a Bengasi
Alla ricerca della stabilità, la Libia apre le porte alle imprese italiane. Tre giorni di meeting a Bengasi per presentare il neonato Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione della Libia, uno strumento finanziario dal valore di oltre 11 miliardi di euro che saranno investiti nei prossimi tre anni nei settori delle infrastrutture, della sanità, dell’edilizia, dell’agricoltura e dei servizi. Il Fondo è diretto da Khalifa Belgassem Haftar: “con questi investimenti siamo certi di poter affrontare i biusogni dei cittadini libici, soprattutto in quei settori che hanno un diretto impatto sulla vita dei cittadini”. Haftar sottolinea la necessità ai un dialogo con il sistema Italia: “abbiamo bisogno del vostro know how e delle vostre competenze. Se nel recente passato ci sono state delle difficoltà nella gestione dei rapporti con le imprese italiane, adesso è il momento di ripristinare una fiducia reciproca”. La dotazione del Fondo è stata approvata dalla Camera dei rappresentanti, il parlamento libico.
Alla tre giorni di lavoro ha preso parte l’Ambasciatore d’Italia in Libia, Gianluca Alberini che ha sottolineato come il nostro Paese guardi alla Libia nella sua interezza: “questa è la mia quindicesima visita a Bengasi, siamo interessati alla stabilità ed allo sviluppo della Libia e possiamo dare un contributo significativo in tutte le regioni”.
“In Libia amano il saper fare italiano, la Libia per noi o è un’opportunità o è un problema. Dobbiamo fare in modo che diventi opportunità per il paese nordafricano ma anche per il sistema delle nostre piccole imprese”, ha spiegato Nicola Colicchi, presidente della Camera di Commercio italo libica che, oltre alla sede di Tripoli, da ora sarà operativa con un ufficio anche a Bengasi in Cirenaica. Alla missione libica hanno preso parte anche imprese siciliane. La prossimità della nostra regione all’area nordafricana è un vantaggio strategico per le aziende che operano nei settori dell’agroalimentare, delle costruzioni e dei servizi