Agrigento

289 bimbi morti in mare, i dati strazianti dell’Unicef

Intanto continuano gli sbarchi e l'Hot Spot e nuovamente al collasso

di Sergio Randazzo -

Cambiare vita, un lavoro, una famiglia, una stabilità per i figli. C’è questo e tanto altro dietro i viaggi della speranza, dalle coste del nord Africa verso l’Europa, anzi l’Italia. E ci vuole anche coraggio per un padre disperato imbarcare un figlio in tenera età in uno dei tanti barconi della speranza. Pregando quel Dio comune a tutti che possa a arrivare sano e salvo. Spesso però la loro vita si ferma e viene inghiottita dal mare. Oggi, una stima dell’Unicef parla di almeno 289 bambini morti o scomparsi nel solo anno in corso. Ma è solo una stima. Vale a dire circa 11 bambini morti o scomparsi ogni settimana in cerca di sicurezza, pace e migliori opportunità. Ci sono anche i tanti bambini dispersi e mai ritrovati. Secondo i dati Unicef, inoltre, dal 2018 circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell’Oim. E anche oggi si registrano sbarchi e soccorsi in mare. Altri 316 migranti sono giunti dalla mezzanotte all’alba a Lampedusa. Le motovedette della Capitaneria di Porto hanno soccorso 7 barchini, mentre un’unità della Guardia di finanza ha agganciato una carretta di legno con a bordo 36, fra cui 4 donne e 3 minori, marocchini, tunisini e siriani. Sugli 8 natanti, tre dei quali senza motore perché a detta dei migranti sono caduti in acqua durante la traversata, c’erano da un minimo di 29 ad un massimo di 48 persone che hanno dichiarato di essere ivoriani, malesi, nigeriani e gambiani. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, nonostante i massicci trasferimenti di ieri, le presenze sono tornate a salire: al momento ci sono 2.082 ospiti.