Attualità

33 anni fa la morte di Falcone, oggi il Museo del Presente

Al 'battesimo', i ministri alla Giustizia, Carlo Nordio, all'Interno, Matteo Piantedosi, e alla Cultura, Alessandro Giuli

di Redazione -

Trentatré anni. Un numero che segna il tempo, ma non scalfisce il dolore, né l’impegno. Oggi, nel giorno che ricorda la strage di Capaci e l’uccisione del giudice Giovanni Falcone, la città di Palermo accoglie con emozione l’apertura del “Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”, promosso dalla Fondazione Falcone. Una casa della memoria e del coraggio, che però guarda avanti, come suggerisce il nome: presente. Perché l’eredità dei due magistrati non è soltanto nei libri di storia, ma vive ogni giorno nei volti di chi continua a credere nella legalità. A dare il battesimo al nuovo museo, sono stati i ministri della Giustizia Carlo Nordio, dell’Interno Matteo Piantedosi e della Cultura Alessandro Giuli. Un momento solenne, reso ancora più toccante dalla presenza della teca con i resti della Fiat Croma, sigla radio Quarto Savona Quindici, l’auto di scorta di Falcone distrutta nell’esplosione del 23 maggio 1992. Alle commemorazioni erano presenti anche il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla e Don Ciotti

“Dopo tanti anni, purtroppo, la verità è difficile da raggiungere, ma noi dobbiamo continuare su questa strada. Sono ottimista”. Le parole di Pietro Grasso, ex procuratore antimafia e già presidente del Senato, suonano come un invito a non arrendersi. Intervenendo al museo, Grasso ha parlato ai cronisti senza filtri.

Parole che lasciano riflettere. Perché se è vero che il tempo può allontanare i fatti, la sete di giustizia non si spegne. E ogni simbolo, come questo nuovo museo, è un argine contro l’oblio, un presidio civile di verità e memoria.