Catania

Sfruttati a 1,60 euro l’ora arrestati i vertici di un market

Accusa di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”

di Sergio Randazzo -

C’erano ragazzi con buste della spesa più grandi del loro stipendio. Donne e uomini che ogni mattina indossavano la divisa convinti che quel posto fosse, almeno, un riparo dalla disoccupazione. Invece, dietro la facciata ordinata di un noto supermercato di Biancavilla, si celava – secondo la Procura – un sistema sistematico di sfruttamento lavorativo. Fino a 60 ore a settimana per 800 euro al mese. Anche meno, nei casi peggiori: 1,60 euro all’ora.

È il contesto che ha portato i Finanzieri di Catania, su delega della Procura etnea, a eseguire una misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di due persone, rappresentante legale e direttore commerciale dell’impresa, accusati a vario titolo di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e autoriciclaggio. Contestualmente, è stato disposto anche il sequestro preventivo della società, con la nomina di un amministratore giudiziario.

L’indagine, è nata da un controllo amministrativo in materia di lavoro sommerso presso un punto vendita a Biancavilla, che ha fatto emergere uno scenario preoccupante: 37 lavoratori avrebbero lavorato per ore ben superiori a quanto previsto dai contratti, percependo stipendi inadeguati e spesso senza tutele, ferie o riposi. Molti tra loro, giovani in cerca di stabilità, accettavano le condizioni pur di avere un’occupazione. Gli elementi raccolti – da verificare in sede processuale – delineano i tratti di un sistema che rientra nella casistica del caporalato urbano.