Ragusa
Pozzallo, fermata la nave Sea-Eye 5
La ong tedesca accusa: "Atto politico contro il soccorso in mare"
La nave Sea-Eye 5, gestita dall’organizzazione non governativa tedesca Sea-Eye, è stata posta sotto fermo amministrativo dalle autorità italiane nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa. L’unità aveva soccorso, sabato 14 giugno, 65 migranti in difficoltà nel Mediterraneo centrale, tra cui donne e persone ferite in modo grave.
Tre le accuse mosse alla ong
Secondo quanto riferito dalla Capitaneria, sono tre le violazioni contestate alla Sea-Eye 5:
- Inosservanza delle istruzioni del MRCC di Roma: il comandante avrebbe omesso di fornire informazioni dettagliate sullo stato delle persone a bordo e rifiutato il trasferimento selettivo di alcuni migranti alla Guardia Costiera. L’equipaggio, da parte sua, sostiene che tutte le persone soccorse necessitavano di protezione.
- Richiesta tardiva del porto di sbarco: la nave è accusata di non aver richiesto in modo tempestivo un luogo sicuro dove attraccare. Tuttavia, la ong fa sapere che era in contatto costante con i centri di coordinamento di Brema e Roma, e che ogni comunicazione è documentata.
- Ritardata partenza verso Taranto: nonostante fosse stato assegnato il porto pugliese, la nave avrebbe atteso oltre sei ore al largo di Pozzallo prima di muoversi. Sea-Eye ribatte che Pozzallo era stato indicato inizialmente come porto sicuro, ma lo sbarco sarebbe stato annullato dal MRCC, causando l’attesa. Le richieste di trasbordo e le nuove rotte imposte, inoltre, sarebbero state incompatibili con le condizioni di bordo e con le capacità tecniche della nave.
La ong: “Criminalizzazione del soccorso civile”
Durissima la reazione del presidente di Sea-Eye, Gorden Isler: “Questo fermo è un atto politico e un grave attacco al soccorso in mare civile. Le accuse sono pretestuose e servono solo a criminalizzare chi salva vite umane. Il nostro equipaggio ha sempre agito secondo il diritto marittimo internazionale, tutelando le persone a bordo”.