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Conto milionario per i dissalatori

Gela sarà la prima a partire, ma dietro ai dissalatori mobili si nasconde un costo enorme: 24 milioni in due anni solo per l’operatività

di finmedia -

È una corsa contro il tempo e contro la sete. Il 2 o 3 luglio – la data è ancora condizionata da verifiche tecniche – dovrebbe entrare in funzione il primo dissalatore mobile a Gela. Altri due sono previsti a Porto Empedocle e a Trapani. Tre impianti ad alta tecnologia, realizzati in tempi record – appena 120 giorni – per rispondere a un’emergenza idrica che l’estate scorsa assunse contorni drammatici.

I numeri sono imponenti: ogni dissalatore potrà produrre fino a 96 litri di acqua potabile al secondo, grazie a sistemi di osmosi inversa e filtri avanzati. Ma a colpire, più ancora delle potenzialità, è il costo di gestione: tra 1,50 e 1,70 euro per ogni metro cubo d’acqua dissalata. Un milione al mese, 24 milioni in due anni. A pagare, almeno per ora, sarà interamente la Regione.

Cocina, a capo della task force regionale contro la siccità, parla di una soluzione tampone, necessaria per dare tempo ai bacini naturali siciliani – soprattutto nel versante Ovest – di rigenerarsi. Il piano prevede almeno due anni di piena operatività per stabilizzare il sistema idrico dell’isola.

Dopo questo periodo, però, la copertura dei costi cambierà. La Regione continuerà a finanziare parte della produzione, ma una quota – massimo 70 centesimi al metro cubo – sarà a carico dei gestori idrici, e di riflesso, dei contribuenti. Un equilibrio delicato tra emergenza e sostenibilità economica.