Attualità
Il futuro del polo industriale di Siracusa
Nota unitaria di Fiom Cgil metalmeccanici disegna il futuro del polo industriale tra chiusure e riconversione sostenibile
La città di Siracusa si trova ad un bivio cruciale per il suo futuro industriale e occupazionale. Con la chiusura dell’impianto di Cracking, operativa dal 9 maggio 2022, che ha già comportato una significativa riduzione di personale (49 unità) e la prossima fermata degli impianti Aromatici ed Etilene prevista per l’agosto 2026, il polo petrolchimico aretuseo è chiamato a reinventarsi.
La prospettiva di una riconversione verso un modello industriale sostenibile non è più un’opzione, ma una necessità impellente per garantire la continuità economica e tutelare l’ambiente. Il dibattito sul destino del polo ha incontrato l’attenzione di tutti gli attori interessati, dalle istituzioni locali e regionali ai sindacati (CGIL, UIL e CISL).
La vicenda della dismissione del cracking, inizialmente vista come una “reazione a catena” che avrebbe potuto portare a chiusure a pioggia, si sta ora configurando come un’opportunità per ridefinire la vocazione industriale del territorio. È emersa con forza la necessità di una “vertenza generale” in grado di affrontare la complessità del polo, attualmente squilibrato sul fronte energetico e gravato da passività ambientali storiche. Le imprese coinvolte, tra cui Eni, Versalis, Sasol, Isab, GOI e Sonatrach, sono chiamate a pianificare una strategia nazionale capace di riqualificare le produzioni e smarcare il Paese da una costosissima dipendenza energetica.
Questo implica un processo di transizione che dovrà perseguire un nuovo modello industriale sostenibile, conciliando sviluppo ambientale, economico e sociale. Il passato del petrolchimico siracusano, pur avendo generato sviluppo, è stato segnato anche da un “sfruttamento” del territorio e dei lavoratori, richiedendo ora un “audace ripensamento” del modello produttivo.
Per attuare questa svolta, sono indispensabili indirizzi di politica industriale chiari, una forte volontà politica e la capacità di pianificare progetti chiari, raggiungibili attraverso investimenti mirati che includano finanziamenti pubblici e privati. L’obiettivo è sviluppare una visione che vada oltre il petrolchimico tradizionale, mirando a realizzare una rete infrastrutturale funzionale a ridefinire il ruolo del porto di Augusta e dell’area di Punta Cugno e Marina di Melilli.
Si prospetta la creazione di un nuovo distretto metalmeccanico alternativo al petrolchimico, in grado di dare slancio ad un settore altrimenti in declino. Il futuro industriale di Siracusa si gioca proprio sulla capacità di trasformare una crisi in un’opportunità, disegnando un modello di sviluppo che metta al centro la sostenibilità e la creazione di nuove, concrete prospettive occupazionali.