Italpress Pillole
La pasta proteica conquista gli italiani
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia si conferma regina mondiale della pasta. Secondo un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati Istat, nel 2024 quasi il 60% della produzione nazionale è stato esportato, raggiungendo oltre 200 paesi. Gli italiani restano i primi consumatori con oltre 23 kg pro capite all’anno, anche se le tendenze stanno cambiando.
Un alimento iconico come la pasta, infatti, si sta adattando ai gusti e alle esigenze dei consumatori del terzo millennio.
Negli ultimi anni, il Belpaese ha visto un aumento della domanda di pasta alternativa, realizzata con farine di legumi come ceci, lenticchie o piselli, che ha superato i 163 milioni di euro di vendite annue.
Ma, secondo i dati dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, la passione dei consumatori italiani oggi è la pasta proteica. Il suo giro d’affari è cresciuto del 4,5% l’anno, arrivando a 1,9 miliardi di euro.
Le differenze con la pasta di semola di grano duro a livello di tenuta in cottura, sapore e colore sono minime. A fare la vera differenza è il livello nutrizionale. L’apporto proteico supera infatti del 20% quella tradizionale e si attesta al 12-13%.
Se da una parte i marchi specializzati in pasta proteica puntano ad un pubblico che per stile di vita o intolleranze alimentari la preferiscono a quella tradizionale, dall’altra troviamo i grandi marchi che hanno iniziato a produrre la propria versione calvando il trend per attrarre non solo le persone più attente a una dieta equilibrata ma anche i consumatori occasionali e curiosi.
Un’altra importante differenza sta nel prezzo. La pasta proteica ha un costo quasi doppio rispetto a quella classica. Parlando di marchi generalisti, si arriva anche a 6,95 euro al kg contro una media di 2-3 euro al kg per quella di grano duro. Un prodotto di aziende specializzate, invece, può costare anche 16 euro al kg.
gsl
Un alimento iconico come la pasta, infatti, si sta adattando ai gusti e alle esigenze dei consumatori del terzo millennio.
Negli ultimi anni, il Belpaese ha visto un aumento della domanda di pasta alternativa, realizzata con farine di legumi come ceci, lenticchie o piselli, che ha superato i 163 milioni di euro di vendite annue.
Ma, secondo i dati dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, la passione dei consumatori italiani oggi è la pasta proteica. Il suo giro d’affari è cresciuto del 4,5% l’anno, arrivando a 1,9 miliardi di euro.
Le differenze con la pasta di semola di grano duro a livello di tenuta in cottura, sapore e colore sono minime. A fare la vera differenza è il livello nutrizionale. L’apporto proteico supera infatti del 20% quella tradizionale e si attesta al 12-13%.
Se da una parte i marchi specializzati in pasta proteica puntano ad un pubblico che per stile di vita o intolleranze alimentari la preferiscono a quella tradizionale, dall’altra troviamo i grandi marchi che hanno iniziato a produrre la propria versione calvando il trend per attrarre non solo le persone più attente a una dieta equilibrata ma anche i consumatori occasionali e curiosi.
Un’altra importante differenza sta nel prezzo. La pasta proteica ha un costo quasi doppio rispetto a quella classica. Parlando di marchi generalisti, si arriva anche a 6,95 euro al kg contro una media di 2-3 euro al kg per quella di grano duro. Un prodotto di aziende specializzate, invece, può costare anche 16 euro al kg.
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