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Ricorso ambientalisti: Ponte sullo Stretto ancora nel mirino

Il ricorso è stato presentato da Lipu, Legambiente e WWF

di Pinella Rendo -

Le associazioni ambientaliste Lipu, Legambiente e WWF hanno presentato un ricorso al TAR Lazio, contestando il via libera del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica alla Valutazione d’Impatto Ambientale, concesso lo scorso maggio.

Si attende ora la pronuncia definitiva del Cipess sul progetto, prevista entro la fine del mese. Il ricorso riguarda la presunta insufficienza di garanzie per la tutela del territorio e delle aree protette. Le associazioni hanno impugnato sia il parere n. 72 del 21 maggio 2025 della Commissione VIA-VAS, sia la delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025, ch ha approvato la “Relazione IROPI”. Secondo gli ambientalisti, la Commissione VIA-VAS avrebbe clamorosamente cambiato rotta rispetto al precedente parere del novembre 2024, che aveva espresso una Valutazione d’Incidenza Ambientale negativa su alcune aree vincolate e imposto ben 62 prescrizioni, alcune delle quali richiedevano analisi e monitoraggi di almeno un anno.

Nonostante fosse stata raccomandata una “procedura di III livello VIncA” a fronte di un impatto “certo e non mitigabile”, la stessa Commissione si è incredibilmente espressa a favore. Il ricorso sottolinea come non siano statedimostrate le tre condizioni necessarie per un parere favorevole in una procedura di III livello: l’assenza di alternative possibili all’opera proposta, una motivazione di interesse pubblico prevalente (IROPI) basata su basi concrete e documentate, e un bilanciamento ambientale garantito da adeguate compensazioni.

Infine, il ricorso riporta in primo piano il tema sismico. Gli ambientalisti denunciano la mancanza di uno studio sismico complessivo e approfondito, eseguito da un soggetto terzo e indipendente. Viene citata la prossimità del pilone lato Calabria alla faglia sismica di Cannitello, per la quale sarebbero necessarie analisi specifiche e imparziali.

A supporto delle loro tesi, le associazioni citano anche una risposta dell’ISPRA alla Commissione VIA-VAS, che evidenzia la plausibilità che alcune delle faglie dell’area siano attive e potenzialmente capaci.