Palermo
Morte pallavolista, “molti lati oscuri”
Sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti
Sulla morte di Simona Cinà, la giovane 21enne, trovata senza vita sabato notte, al termine di una festa di laurea all’interno di una piscina privata in una Villa di Bagheria, molti aspetti rimangono oscuri. Al momento il fascicolo è aperto per omicidio colposo a carico di ignoti. Un’ipotesi di reato provvisoria che può cambiare dopo avere eseguito l’autopsia e dopo i risultati degli esami tossicologici chiesti dal magistrato. Sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti. Tra cui il malore. L’esame dovrebbe chiarire se la ragazza sia deceduta per un malore e annegata o se siano altre le cause della morte. L’esame sarà eseguito all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.
Erano stati prelevati dai carabinieri per le attività di indagine gli effetti personali e i vestiti di Simona. Ieri nel corso della conferenza stampa alla quale hanno preso parte i genitori, la sorella e il fratello della ragazza era stato sollevato il caso del mancato ritrovamento degli abiti della giovane, che al momento della morte indossava un bikini. La famiglia Cinà è una famiglia messa in ginocchio dal dolore e chiede di sapere la verità sulle cause del decesso della figlia.
Sempre ieri i fratelli di Simona Cinà: Roberta e Gabriele, non hanno escluso che qualcuno potrebbe avere messo della droga nel bicchiere della ragazza. Anche ieri i carabinieri hanno ascoltato altri giovani presenti alla festa, ma sembra che nessuno abbia visto cadere in piscina la ragazza.