Caltanissetta
Una vacanza che si trasforma in incubo
Rischia di morire cadendo in un pozzo
Doveva essere una serata di festa in un lungomare strapieno di gente per la notte di San Lorenzo, invece per un gelese che vive a Novara si è trasformata in un incubo. Erano circa le 20.45 quando il 57enne, in compagnia della compagna e di due nipoti, si immette con la sua auto nel piazzale a nord del costone per parcheggiare l’auto nel piazzale.
L’area, da poco ripulita, in teoria dovrebbe essere interdetta ma da tempo viene utilizzata come parcheggio da chi va al mare. Il cinquantasettenne, dopo aver parcheggiato l’auto è finito dentro un pozzo di drenaggio del costone, profondo circa sei metri, inizialmente coperto da una pedana di legno. Non è ancora chiaro se quel pallet fosse stato spostato prima o se si fosse rotto in quel momento. La caduta è stata improvvisa, seguita dalle grida dei familiari. Disperati, i parenti hanno cercato di fermare una pattuglia della polizia municipale di passaggio. Secondo i testimoni, però, l’auto di servizio non si sarebbe fermata.
È toccato dunque ai vigili del fuoco calarsi per tirare fuori l’uomo dal buio del pozzo. Ad attenderlo in superficie, il personale del 118, che lo ha portato in ospedale, dove gli sono state riscontrate ferite, escoriazioni, contusioni e una probabile frattura alla gamba destra. La zona è stata transennata dagli operai della Ghelas e, poco dopo, gli agenti del commissariato hanno avviato gli accertamenti. Stamattina intanto, in Comune, il sindaco Terenziano Di Stefano ha riunito d’urgenza i suoi collaboratori. Si cerca di capire come sia stato possibile che in un’area interdetta ci fosse un pozzo così pericoloso non adeguatamente segnalato e messo in sicurezza. Il primo cittadino ha promesso di andare a fondo anche sulla presunta mancata sosta della pattuglia della municipale. “Se ci sono state omissioni – aveva dichiarato – prenderemo provvedimenti severi”. Una notte, che per molti è stata un’occasione di festa, intanto, per un uomo e la sua famiglia si è chiusa con dolore, paura e un’indagine che ora punta dritto alle responsabilità.