Ragusa

Spese obbligate al 42%: famiglie iblee sempre più in difficoltà

Consumi liberi in calo e ricadute sul commercio

di Sergio Randazzo -

Le famiglie della provincia di Ragusa devono fare i conti con un peso crescente delle spese obbligate, che nel 2025 arrivano ad assorbire il 42,2% della spesa totale, in linea con la media nazionale. A lanciare l’allarme è il presidente provinciale di Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, commentando i dati dell’Ufficio studi nazionale applicati al territorio ibleo.

Un peso sempre più insostenibile

Rispetto al 1995 si registra un aumento di oltre cinque punti percentuali (+5,2%), una tendenza definita “strutturale” e ormai insostenibile per molte famiglie. In termini concreti, la spesa media pro capite si attesta sui 20.114 euro annui, di cui più di 8.300 euro destinati a voci non comprimibili come abitazione, energia, trasporti, sanità e assicurazioni.

Casa ed energia le voci principali

L’abitazione si conferma la voce più pesante con 4.171 euro annui a persona, in aumento di 109 euro rispetto al 2024. Seguono assicurazioni e carburanti (1.651 euro complessivi) ed energia (1.451 euro), nonostante un rallentamento dei rincari. Dal 1995 a oggi, il costo dell’energia è aumentato del 178%, con un impatto rilevante sui bilanci familiari e sul tessuto produttivo.

Consumi liberi in calo e ricadute sul commercio

La crescita delle spese vincolate riduce drasticamente le risorse disponibili per consumi discrezionali come abbigliamento, cultura, tempo libero e ristorazione, settori fondamentali per la vitalità del commercio e dell’artigianato locale. “La quota crescente di spesa obbligata – avverte Manenti – limita la domanda interna e mette in difficoltà imprese e lavoratori”.

La richiesta di intervento

Confcommercio Ragusa sollecita un’azione coordinata tra istituzioni locali, regionali e nazionali. Le proposte includono: riduzione del carico fiscale sulla prima casa, incentivi per l’efficientamento energetico, contenimento dei costi dei trasporti pubblici e promozione di assicurazioni mutualistiche territoriali. Per le imprese, si chiede una riduzione dei costi energetici e un miglioramento dei servizi pubblici.

L’appello finale

“Solo facendo sistema come territorio – conclude Manenti – possiamo difendere il potere d’acquisto dei cittadini, sostenere la domanda interna e garantire lavoro, coesione sociale e qualità della vita nelle nostre comunità”.