Messina

Convegno criminalità, da Messina la sfida europea

Mafie sempre più globali e tecnologiche. A Messina ministri, magistrati e vertici europei per discutere di criminalità transnazionale.

di tcf -

Messina diventa capitale della lotta alla criminalità organizzata. Ma dietro la vetrina del grande convegno internazionale che oggi ha animato l’Aula Magna dell’Università, restano intatte tutte le contraddizioni di un Paese che continua a inseguire le mafie, più veloci, più ricche e sempre più globali. A riunirsi ministri, procuratori, vertici di Europol, Eurojust, Eppo, AMLA. A discutere – ancora una volta – di come fermare un fenomeno che ha già superato da tempo i confini nazionali e che oggi si muove tra criptovalute, cyberspazio e appalti miliardari finanziati dall’Europa.  Parole dure dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ha ricordato i martiri della giustizia italiani, da Falcone a Borsellino, e sottolineato come le leggi italiane devono essere fonte di ispirazione per tutta l’Europa e che non si accetterà la criminalità transnazionale.

Le parole più nette sono arrivate dal procuratore di Messina, Antonio D’Amato, che non si è nascosto dietro i formalismi: “Per opere come il Ponte sullo Stretto, il rischio infiltrazioni è concreto. Le mafie hanno sempre puntato agli appalti e ai subappalti. Servono più uomini, più strumenti, più controlli. Altrimenti vinceranno loro”. Un monito che suona come un campanello d’allarme in una città dove la grande opera è stata rilanciata come simbolo di modernità, ma che rischia di diventare una nuova manna per le cosche.

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha dipinto un quadro inquietante: “Le strutture criminali, un tempo separate, oggi si integrano. Nel narcotraffico, nel riciclaggio, nella finanza. Usano la tecnologia in modo massiccio e diventano invisibili.”. La globalizzazione del crimine è un fatto. La cooperazione internazionale c’è, ma non basta.

Il terreno di gioco è il mondo intero, mentre le leggi restano legate ai confini degli Stati. L’europarlamentare Giuseppe Antoci ha evocato lo spirito della Conferenza di Messina che diede linfa al progetto europeo: “Vogliamo che da qui partano nuove idee e nuove soluzioni”. Ma oggi, a differenza del 1955, l’Europa rischia di inseguire invece di guidare.

Gli atti del convegno diventeranno una “risoluzione scientifica” europea contro le mafie. Ma la verità amara è che le mafie non aspettano le carte bollate. Corrono già, investono, si trasformano. E mentre l’Italia discute di grandi opere e fondi del PNRR, loro sono già pronte a mettere le mani sul bottino.