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Rimodulazione fondi PNRR, tagliate risorse anche a Ragusa
Intervengono i sindacati, Peppe Scifo parla di politiche sociali penalizzate; il sindaco del capoluogo, Peppe Cassì, chiede un maggiore coinvolgimento dei comuni nel dibattito.
La rimodulazione dei programmi del PNRR da parte del Governo nazionale si accanisce ancora una volta contro il sud. I tagli effettuati su alcune missioni strategiche, infatti, intaccano fortemente la possibilità di una crescita sociale, economica e di coesione dei territori. La denuncia arriva dai sindacati e da alcuni sindaci dopo che la rimodulazione farà venire meno risorse per circa un miliardo e mezzo per la Sicilia.
Tra le misure eliminate, figurano fondi per le “piccole opere” dei Comuni, rigenerazione urbana, riduzione del rischio idrogeologico, infrastrutture sociali, impianti innovativi, valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e verde urbano. Venendo alla provincia di Ragusa sui fondi appaltati fin qui dal PNRR, che ammantano a € 191.910.000,00, si registrano tagli pari a € 80.220.000,00 conseguenza della rimodulazione che è pari al 41,80% in meno.
“La rimodulazione che si appresta a fare l’esecutivo, commenta Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa, prevede uno spostamento di risorse da alcune missioni verso altre con un drastico taglio alle missioni dove sono previsti interventi di politiche sociali e di coesione. Questi tagli ricadranno principalmente sulla infrastrutture sociali; se noi li aggiungiamo a quelli previsti nel progetto del Governo di Autonimia Differenziata possiamo dire che il sud ne esce ancora più indebolito”.
Sulla questione interviene anche il sindaco di Ragusa Peppe Cassì, che chiede maggiore attenzione da parte di tutte le forze politiche: “Il dibattito politico cittadino sembra non interessarsi della questione -dice Cassì- eppure credo meriterebbe grande attenzione da parte di tutti, a prescindere da ideologie e partiti, perché gli effetti di questa decisione riguardano e riguarderanno da vicino anche i Comuni, compreso il nostro. L’impegno del Governo di recuperare tutte le somme da altre fonti di finanziamento non è ancora sfociato in un provvedimento certo. E se il governo terrà fede alla promessa di utilizzare a tale scopo i fondi di coesione, già destinati agli enti locali, è chiaro che ai comuni verrebbero comunque a mancare risorse di cui sarebbero stati destinatari, e verrebbe attenuato l’impatto dell’afflusso delle risorse messe in campo dall’Unione Europea.
Le Amministrazioni comunali hanno lavorato al massimo delle loro possibilità per non perdere le opportunità storiche del Piano straordinario di interventi post pandemici, e le città che come Ragusa sono riuscite a rispettare tutte le scadenze imposte dai rigidi protocolli europei sono ora colte da un’improvvisa e immeritata incertezza. A Ragusa, a titolo di esempio, la revisione riguarda gli interventi alla Vallata Santa Domenica, al Foro Boario, a Villa Moltisanti.Oggi assistiamo con apprensione a questo inopinato cambio di rotta che richiede la massima attenzione anche della classe politica locale e della intera comunità”, l’appello finale di Cassì.