Palermo
E’ morto Vincenzo Agostino, una vita contro la mafia
Vincenzo Agostino ripeteva agli studenti: "La verità sulla morte di Nino e Ida risiede all'interno dello Stato"
Dal fatidico 5 agosto del 1989, quando i sicari della mafia a Villagrazia di Carini privarono della vita il figlio Nino, un agente di polizia, la nuora Ida Castelluccio e il nascituro che ella portava in grembo, Vincenzo Agostino giurò solennemente: “Non taglierò più la mia barba finché non avrò appreso la verità”.
La condanna per il capo mafia
E il 6 ottobre dell’anno scorso, dopo che la corte d’appello confermò l’ergastolo per il capo della mafia di Resuttana, Nino Madonia, dichiarò: “Sono soddisfatto perché il carnefice di mio figlio e di mia nuora è stato condannato. Sono grato anche per mia moglie; avrei tanto desiderato vederla al mio fianco. Ora rimuoverò dalla sua lapide la frase ‘morta in attesa di verità e giustizia’”. La moglie, Augusta Sicherà, era deceduta nel febbraio di cinque anni prima. Vincenzo Agostino è spirato oggi, all’età di 87 anni. Ha lasciato questo mondo con la barba ancora lunga, nell’attesa della conclusione del secondo processo, quello con procedura ordinaria, per ottenere piena giustizia. La sua scomparsa ha suscitato un profondo cordoglio nel mondo delle istituzioni e della politica, a cominciare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha lodato Agostino come “protagonista di un coraggioso impegno contro la mafia”. Anche Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana hanno espresso il loro cordoglio. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, lo ha definito “simbolo dell’antimafia”, mentre il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha affermato che “il suo impegno civile dovrà continuare a ispirare le istituzioni e la magistratura affinché si giunga a una verità completa su questo omicidio”.
La parole di Chiara Colosimo
Per la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, “la battaglia di Vincenzo Agostino sarà la nostra”, e messaggi di condoglianze sono giunti anche da Italia Viva, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Per 35 anni Vincenzo Agostino ha combattuto instancabilmente per ottenere verità e giustizia, portando avanti il suo impegno sociale nelle scuole con la sua imponente barba bianca, che comandava rispetto e suscitava riflessione. Ha continuato la sua battaglia senza sosta fino all’ultimo, chiedendo che fosse fatta piena luce soprattutto sui depistaggi nelle indagini riguardanti il duplice omicidio. Una prima verità è emersa proprio con la condanna di Madonia. Agostino ha partecipato a tutte le udienze, sia del processo abbreviato a Madonia sia di quelli con procedura ordinaria a carico di Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto. “Il giorno in cui potrò tagliare la barba si avvicina, poiché il procedimento ordinario sta giungendo alla sua conclusione. Se ci sarà una condanna, potrò finalmente mantenere la promessa fatta sulla tomba di mio figlio”, diceva. Tuttavia, quel giorno non è mai arrivato. La corte d’assise deve ancora pronunciarsi sulle responsabilità del boss Gaetano Scotto. Agostino ha trascorso la sua vita incontrando gli studenti e condividendo la storia del figlio assassinato a Villagrazia di Carini nella casa di famiglia. Qualcuno, proprio in quelle ore drammatiche, trafugò degli appunti dall’armadio di Nino Agostino, situato in via Altofonte. E citando questo episodio, Vincenzo Agostino ripeteva agli studenti: “La verità sulla morte di Nino e Ida risiede all’interno dello Stato”.