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“Aeroporto: pochi voli e tante promesse, il rilancio?”

Nonostante impegni, investimenti pubblici e dichiarazioni ottimistiche, l’aeroporto di Comiso continua a rimanere poco appetibile per le compagnie aeree. I voli restano pochi, le nuove rotte annunciate stentano a concretizzarsi, e il territorio si interroga sul reale futuro dello scalo.

di Chiara Scucces -

Nonostante gli impegni, le dichiarazioni e i fondi promessi, l’aeroporto di Comiso continua a vivere una fase critica. I voli restano pochi, la risposta del mercato è debole e, mentre si avvicina l’avvio della continuità territoriale prevista per novembre, cresce il timore che si stia confondendo il diritto alla mobilità con un reale rilancio dello scalo. L’ennesimo allarme sul futuro dell’infrastruttura viene lanciato dal Comitato a Difesa e Sviluppo dell’Aeroporto degli Iblei che, a fine settembre, aveva incontrato il CEO di Aeroitalia, Gaetano Intrieri. Dal confronto erano emersi alcuni impegni significativi: la volontà di basare aeromobili a Comiso; un piano per il 2026 da 500.000 posti in vendita, con l’obiettivo di raggiungere 400.000 passeggeri; lo studio di nuove rotte verso Torino e Bologna; un impegno dichiarato a migliorare servizi, rimborsi e assistenza ai passeggeri. Si era constatato il fatto che oltre 5.000 biglietti fossero stati già venduti per la tratta Comiso–Milano Linate,

Tuttavia, come sottolineato dallo stesso Comitato, le promesse rischiano di restare tali. E intanto, la realtà quotidiana dello scalo è fatta di collegamenti scarsi, di compagnie aeree poco interessate e di un territorio che, nonostante gli investimenti pubblici annunciati, non decolla.

Il punto critico, come evidenziato in un duro comunicato dello stesso Comitato, è che le strategie adottate finora per attrarre vettori si sono rivelate inefficaci, quando non del tutto fallimentari. “Si è investito in marketing senza visione – si legge nella nota – e i fondi pubblici si sono trasformati in uno specchietto per le allodole.” A novembre dovrebbe partire la continuità territoriale, con collegamenti sussidiati verso alcune destinazioni nazionali. Ma attenzione a non confondere le due cose: garantire ai cittadini il diritto alla mobilità non è rilanciare uno scalo. Il rischio è che si faccia passare un minimo garantito come un grande successo.  E intanto, le previsioni per la Summer 2026 sembrano già sgonfiarsi. Le interlocuzioni con le compagnie restano, a oggi, solo dichiarazioni pubbliche.  “Siamo ancora una volta a piedi” – conclude amaramente il comunicato, ricordando come, al di là delle parole, la vera sfida resti quella di trasformare lo scalo in una risorsa stabile e strategica per tutta la Sicilia orientale.

Dal territorio, cresce l’insofferenza verso annunci che non si traducono in fatti. E il tempo per cambiare rotta – in tutti i sensi – sembra sempre più stretto.