Catania

Aggressione fuori da una discoteca: due giovani della provincia di Siracusa sottoposti a misura cautelare VIDEO

L’accusa: lesioni aggravate in concorso

di Sergio Randazzo -

Nella giornata del 12 maggio 2025, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare nei confronti di due giovani della provincia di Siracusa, ritenuti coinvolti in un violento episodio avvenuto lo scorso aprile all’esterno di una discoteca cittadina.

Le misure cautelari

L’ordinanza, firmata dal G.I.P. del Tribunale di Catania in data 7 maggio, ha disposto per P.P. (classe 1999) e M.S. (classe 1998) l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 20:00 alle 8:00 e il vincolo di dimora nel proprio comune.

L’accusa: lesioni aggravate in concorso

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP – fermo restando il principio di presunzione d’innocenza – i due indagati, insieme ad altri soggetti ancora non identificati, avrebbero aggredito quattro giovani catanesi la notte del 21 aprile 2024. I fatti si sono verificati in due momenti distinti: il primo all’interno del locale, il secondo – più grave – all’esterno, dove le vittime sarebbero state colpite anche con spranghe metalliche.

L’accusa ipotizza il reato di lesioni aggravate dai futili motivi, dalla presenza di più persone riunite e dall’uso di armi improprie.

Una “spedizione punitiva” dopo una lite in pista

Secondo le ricostruzioni, tutto sarebbe nato da una banale spinta involontaria in pista da ballo, che avrebbe innescato una discussione tra una ragazza e uno dei futuri aggrediti. Inizialmente allontanati dal personale della sicurezza, i due indagati non avrebbero desistito, organizzando invece una vera e propria spedizione punitiva, facendo uso di tondini di ferro divelti da una pista ciclabile.

Le indagini e il ruolo dei social network

Le indagini condotte dalla III Sezione Investigativa della Squadra Mobile di Catania – specializzata in reati contro la persona – hanno permesso di ricostruire l’intera dinamica, anche grazie alle testimonianze raccolte, ai filmati delle telecamere di videosorveglianza e al monitoraggio dei social media come Facebook, TikTok e Instagram. Proprio i contenuti postati online avrebbero permesso di confrontare i volti degli aggressori con quelli ripresi dai video, contribuendo all’identificazione.