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Alfio Nicolosi, il maestro della pietra e dell’anima
Si è spento all’età di 86 anni il maestro Alfio Nicolosi. Nato a Zafferana Etnea nel 1939, si trasferì con la famiglia a Vittoria, nel 1952
La comunità di Vittoria si prepara a dare l’ultimo saluto a una delle sue figure più amate e significative. Domani mattina alle 10 nella Basilica di San Giovanni Battista, i funerali del Maestro Alfio Nicolosi. La notizia della sua scomparsa, all’età di 86 anni, ha lasciato un vuoto profondo, ma anche un’eredità immensa fatta di arte, resilienza e profondo amore civico.
Nato a Zafferana Etnea e poi radicato a Vittoria dal 1952, Nicolosi non era solo uno scultore, ma un’anima che ha saputo trasformare il dolore più intimo in un messaggio universale di speranza e memoria.
La sua carriera artistica, iniziata in un momento di indicibile sofferenza – dopo la tragica perdita del figlio Francesco nel 1995 – è la testimonianza più commovente della capacità umana di risorgere. Fu da un blocco di pietra, donatogli quasi per caso, che nacque la sua prima opera, “La croce di Luce”, posta nel luogo del dolore più grande, segnando l’inizio di una straordinaria avventura scultorea. Il Maestro ha donato alla città di Vittoria oltre cento opere, disseminate tra enti pubblici e collezioni private, ognuna intrisa di un significato profondo.
Tra queste, spiccano le sue sculture dedicate alle vittime della strada, un progetto che culminerà presto nel Museo a cielo aperto all’interno di Palazzo Iacono. Queste opere, poste in luoghi simbolo come il Commissariato di Pubblica Sicurezza e il Comando della Polizia Municipale, non sono solo espressioni artistiche, ma moniti silenziosi e potenti, che invitano alla riflessione e al rispetto della vita. Il sindaco Francesco Aiello ha espresso il cordoglio dell’intera comunità, ricordando Nicolosi come un “artista autentico e uomo generoso, che ha saputo trasformare la materia in memoria, l’arte in testimonianza civile”. Un legame, quello tra il Maestro e la sua città, suggellato lo scorso luglio con l’onorificenza Vittoria Insigne, il massimo riconoscimento civico.
L’ultimo incontro tra il sindaco e Nicolosi, avvenuto in ospedale pochi giorni fa, è stato un momento di intensa commozione, in cui si è parlato ancora una volta del sogno del museo a cielo aperto. Un progetto che ora diventa un impegno e un omaggio alla memoria di un uomo che ha fatto della sua arte un ponte tra l’intimo e il collettivo, tra il dolore e la speranza.
Con la sua scomparsa, Vittoria perde un artista, un cittadino esemplare e un testimone di valori incrollabili. Ma le sue sculture, scolpite nella pietra e nell’anima della città, continueranno a parlare per lui, a ricordarci che la bellezza può avere un senso etico e civile profondo. Il suo ricordo resterà, come le sue opere, scolpito nella storia di Vittoria.