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Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano

Per la prima volta nella storia della diocesi di Ragusa è stata celebrata, ieri, l’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano ibleo nella chiesa della Badia

di Chiara Scucces -

E’ stato ufficialmente aperto, ieri pomeriggio, da Monsignor Giuseppe La Placa, nella sua veste di vescovo moderatore, l’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa. Lo ha fatto al termine di una cerimonia solenne che si è celebrata per la prima volta nella storia della Diocesi di Ragusa. A conferire ulteriore importanza all’apertura dell’anno giudiziario è stata la relazione introduttiva di monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e  segretario generale della Conferenza episcopale italiana che si è soffermato sui rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica a 40 anni dalla revisione del Concordato. Monsignor Baturi ha ricordato le distinte responsabilità che hanno lo Stato e la Chiesa Cattolica, ciascuno con la propria sfera di indipendenza e autonomia, ma anche la necessità avvertita da entrambe le parti di collaborare per garantire i diritti fondamentali e il bene della persona. Monsignor Baturi ha anche evidenziato il ruolo sempre più centrale che ha assunto negli anni la Conferenza episcopale italiana divenendo a tutti gli effetti, insieme alla Santa Sede, interlocutore dello Stato. E questo vale anche per quanto riguarda il matrimonio concordatario con la Cei che ha raccolto la sfida del Papa a rendere accessibile a tutti il ricorso alle pratiche giudiziarie per l’annullamento del vincolo matrimoniale e ciò è oggi possibile, caso unico al mondo, proprio grazie alle risorse messe a disposizione dall’Otto per Mille nel capitolo dedicato alla pastorale. Il legame tra pastorale e attività del Tribunale è stato evidenziato anche dal vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano don Maurizio Di Maria che ha sottolineato la particolare sollecitudine pastorale di monsignor Giuseppe La Placa. Il vescovo si è fatto infatti interprete nella Chiesa di Ragusa di quella giustizia di prossimità che si deve a chi si rivolge a un’istituzione come il Tribunale avendo alle spalle il fallimento della propria vita matrimoniale. Finora sono dieci le pratiche di nullità matrimoniali arrivate a sentenza a Ragusa; ben otto sono riconducibili alla capacità psichica di contrarre le nozze da parte di uno o di entrambi i coniugi. Un aspetto quello della fragilità relazionale, affettiva e psichica che pesa sicuramente sulla famiglia e, più in generale, sulla società. Questo a testimonianza di come ogni attività, e quindi anche il diritto, debba avere come centro e obiettivo la persona, così come sancito dalla Costituzione, dai documenti conciliari e dagli accordi concordatari.