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Appalti truccati nella sanità: maxi inchiesta della Procura

Un nuovo terremoto politico giudiziario, i magistrati chiedono gli arresti domiciliari per l’ex presidente Cuffaro e l’ex ministro Romano. Rinviato il vertice della maggioranza

di piero messina per sicilia on demand -

Un nuovo terremoto politico-giudiziario scuote la Sicilia. Al centro, ancora una volta, il mondo della sanità pubblica, crocevia di potere, affari e politica.

La Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha chiesto l’arresto di diciotto persone. Nell’elenco spiccano due volti noti della politica isolana: l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, oggi segretario nazionale della Democrazia Cristiana, e Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura del governo Berlusconi, oggi deputato e coordinatore di “Noi Moderati” che parla di vicenda abnorme….

Le accuse mosse dalla Procura sono associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta negli appalti della sanità, un filone che attraversa la Sicilia tra Palermo, Agrigento e Siracusa.

I carabinieri del Ros hanno eseguito diverse perquisizioni, anche nella casa di Cuffaro. Come previsto dalla riforma Nordio, gli indagati hanno ricevuto la notifica della richiesta di arresto. Nei prossimi giorni saranno ascoltati dal giudice per le indagini preliminari.

Se il gip accoglierà la richiesta della Procura, per Saverio Romano servirà anche l’autorizzazione della Camera dei Deputati. Tra gli altri nomi coinvolti, il deputato regionale Carmelo Pace e l’ex manager dell’ospedale Villa Sofia, Roberto Colletti.

Secondo la Procura, esisterebbe un sistema di favori e corruzione che avrebbe condizionato gli appalti del sistema sanitario regionale.

L’inchiesta riporta la politica siciliana nel mirino della magistratura e riaccende i riflettori su uno dei settori più sensibili dell’isola: la sanità e perquisizioni sono state disposte, spiega la procura di Palermo, “al fine di evitare la dispersione delle prove a seguito della discovery delle indagini imposta dalla notifica dell’invito a rendere interrogatorio preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare” avanzata nei confronti di Antonio Abbonato, 53 anni, Ferdinando Aiello, 53 anni, Paolo Bordonaro, di Canicattini Bagni, 59 anni, Alessandro Maria Caltagirone, 54 anni, Roberto Colletti, di Siculiana, 66 anni, Salvatore Cuffaro, di Raffadali, 67 anni, Maroco Damone, 51 anni, Giuseppa Di Mauro, di Lentini, 60 anni, Vito Fazzino, di Siracusa, 43 anni, Antonio Iacono,66 anni, Mauro Marchese, di Napoli, 65 anni, Sergio Mazzola, di Belmonte Mezzagno, 61 anni, Carmelo Pace, di Ribera, 54 anni, Vito Raso, 62 anni, Francesco Saverio Romano, 61 anni, Paolo Emilio Russo, di Catania, 62 anni, Giovanni Giuseppe Tomasino, 54 anni, Alessandro Vetro, di Agrigento, 45 anni. La procura specifica che per “Romano sussistono le garanzie di cui all’art. 68 della Costituzione”, in quanto parlamentare. Per il presidente della Regione Renato Schifani, prima di tutto la fiducia nella magistratura ma anche l’auspicio che gli indagati riescano a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati.

Intanto l’inchiesta provoca uno stop alle dinamiche politiche, con l’Ars in procinto di valutare la manovra finanziaria. Il vertice di maggioranza previsto questa mattina a Palazzo d’Orleans è stato rinviato a giovedì prossimo.