Ragusa
Arrestato pericoloso latitante, si nascondeva a Santa Croce
Aveva chiesto asilo politico sotto altro nome e nel corso della sua fuga lungo tutta la penisola aveva fornito ben sette generalità diverse. Fra i reati commessi, era stato condannato per omicidio preterintenzionale.
Arrestato a Santa Croce Camerina un pericoloso latitante: si tratta di un cittadino straniero che aveva accumulato numerose condanne e denunce per spaccio e diversi provvedimenti di espulsione e trattenimento presso vari C.P.R. della penisola da cui era riuscito a fare perdere le proprie tracce. La cattura è avvenuta nel corso di un servizio di controllo interforze del territorio, soprattutto rivolto ai numerosi stranieri che vivono nella zona della fascia trasformata; in questo contesto, nei pressi di Piazza Vittorio Emanuele, è stato individuato uno straniero privo di documenti e che cercava di sviare l’attività affermando di essere un rifugiato e di aver fatto ingresso in Italia da Lampedusa. Più volte invitato ad dire dove stesse e lavorasse, lo straniero rispondeva in campagna, senza specificare altro; gli agenti, allora, hanno proceduto a più approfonditi accertamenti ed è emerso che lo straniero, nel corso degli anni, nei svariati controlli cui era stato sottoposto, aveva fornito numerose identità, ben sette. L’Ufficio Immigrazione della Questura ha scoperto inoltre che aveva accumulato numerose condanne e denunce per spaccio di hashish ed eroina nonché diversi provvedimenti di espulsione e trattenimento presso vari C.P.R. da cui era scappato, come detto. Inoltre, è stata scoperta l’esistenza di un provvedimento di carcerazione emesso in Abruzzo datato marzo 2022, relativo ad un cumulo di pena complessiva consistente in 11anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione, nonchè 4.200 euro di multa ed interdizione perpetua dai pubblici uffici, per omicidio preterintenzionale e spaccio di stupefacenti in concorso con altri. Lo straniero, risultato poi essere di nazionalità tunisina, era ricercato anche in ambito Schengen ed internazionale; dagli accertamenti è emerso che era stato arrestato dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno per spaccio; condotto in carcere aveva aggredito il compagno di cella, cagionandogli gravissime lesioni che poi lo portarono alla morte. La vittima, nel corso dell’esame autoptico risultò avere il cranio fracassato, sette costole rotte e la milza spappolata. Al tunisino era stato notificato un ulteriore provvedimento relativo ad un procedimento per lesioni personali inferte agli agenti di Polizia penitenziaria nel 2015 quando, in concorso con un altro detenuto, cercava, per vendetta, di sfregiare il volto, utilizzando una lametta che occultava in bocca, del Giudice per le indagini preliminari che lo stava interrogando per l’omicidio di cui si era reso responsabile, non riuscendo nell’intento solo grazie all’ intervento degli agenti di Polizia penitenziaria che lo scortavano, cui comunque cagionava lesioni. Il latitante si trova adesso nel carcere di Ragusa