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Arriva il caldo ma le ordinanze per i lavoratori non ci sono

Appello dei sindacati per l'emergenza caldo nei luoghi di lavoro. La Cgil scrive una nota ai sindaci per emettere ordinanze per fermare l’attività lavorativa. Ci sono le leggi e ci devono essere le sensibilità per applicarle

di Chiara Scucces -

Lettera aperta ai dodici sindaci della provincia di Ragusa per affrontare l’emergenza caldo nei luoghi di lavoro. E’ quella che scrive il segretario generale della Fillea CGIL di Ragusa, Salvatore Tavolino, ai primi cittadini a proposito della questione caldo durante i mesi estivi nei luoghi di lavoro con diretta esposizione all’aria e al sole. Il primo caldo è arrivato, la colonnina segna nei valori massimi di oggi 34 gradi, ma la questione non sembra sia stata affrontata con la dovuta urgenza quando invece si è trasformata in una vera e propria emergenza. Ad oggi i risultati sperati in termini di sicurezza e prevenzione non si sono avuti. “Il D.lgs. 148/2015, in materia di riconoscimento di cassa integrazione guadagni per eventi metereologici è chiarissimo, sostiene Salvatore Tavolino. Quando si toccano i 35 gradi centigradi, in assenza di azioni organizzative in grado di mitigare il rischio all’interno dei cantieri, bisogna stoppare le attività lavorative. Nel luglio del 2022, un intervento ancora più estensivo, a tutela potenziale della incolumità dei lavoratori, è stato prodotto da INPS-INAIL: basta “percepire” i 35 gradi per astenersi dalle attività lavorative.” Dal punto di vista organizzativo e normativo – in presenza di una netta estremizzazione delle temperature – non si assiste a quella virata culturale auspicabile per rendere più sicuri i luoghi di lavoro del settore edile. Diversi comuni siciliani, lo scorso anno, hanno prodotto le prime ordinanze; nel maggio 2024 è in stesura finale il protocollo regionale che invita tutti i sindaci dei comuni del territorio siciliano “…affinchè gli stessi si adoperino per emanare specifiche ordinanze che vietino lo svolgimento di tutte quelle attività esposte al rischio termico…”. Ma ancora non tutti si sono adeguati; le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore, aumentando il rischio di infortuni. E allora l’appello al fine di prevenire gravi pericoli che possano minacciare i lavoratori, emettendo ordinanze che in relazione alle previsioni meteo blocchino le attività del settore delle costruzioni nella fascia oraria ove si preveda, in relazione ai bollettini Sias della Protezione Civile, di superare le temperature stabilite dalla legge”.