Palermo

Aurora Maniscalco, la famiglia chiede indagini e sequestri

I familiari di Aurora Maniscalco, l'hostess palermitana morta a Vienna dopo essere caduta dal terzo piano della casa in cui abitava con il fidanzato, chiedono che vengano fatte ulteriori indagini. Non si rassegnano all'idea che Aurora si sia lanciata dal balcone o che sia caduta accidentalmente e vogliono fare luce su quanto accaduto in Austria

di Chiara Scucces -

Una nuova richiesta d’indagini urgenti è stata presentata dall’avvocato Alberto Raffadale al pm Ludovica D’Alessio che sta coordinando le indagini sulla morte di Aurora Maniscalco, la giovane hostess morta a Vienna in circostanza ancora da chiarire. I familiari, la zia Ninfa Maniscalco, il padre Francesco Paolo Maniscalco e la madre Giada Cucina, attraverso il legale hanno chiesto alla procura di eseguire una serie di verifiche e sequestri urgenti come l’acquisizione della cartella clinica dove era annotata la richiesta dei medici austriaci di eseguire l’autopsia. Ancora il sequestro, presso l’ospedale Generale di Vienna, degli indumenti e di tutti gli effetti personali, inclusa la catenina, che Aurora indossava al momento della caduta. I reperti – secondo i familiari – sono indispensabili per gli accertamenti tecnico-scientifici volti per cercare tracce biologiche di terzi, fibre o altri elementi indicativi di una colluttazione. L’avvocato Raffadale chiede anche che vengano acquisite tutte le registrazioni video dai sistemi di sorveglianza installati presso l’immobile a Vienna e nelle immediate vicinanze e chiede di esaminare sia il cellullare di Aurora e anche quello del fidanzato Elio Bargione. E’ stato chiesto alla polizia austriaca di eseguire un nuovo sopralluogo nell’appartamento per cercare tracce o elementi biologici che possano indicare una dinamica dei fatti diversa da quella suicidaria.  Per le indagini il legale chiede un accurato esame dattiloscopico sulla balaustra dell’appartamento e l’acquisizione della documentazione fotografica realizzata dalle forze dell’ordine austriache intervenute sul luogo. Infine è stato richiesto di sentire una donna ripresa in un filmato depositato che ha riferito di continui e accesi litigi tra la vittima e il convivente, dell’autore del servizio televisivo e del testimone al quale Elio Bargione avrebbe fornito due versioni contrastanti dell’accaduto. Secondo il legale è necessario alla luce dell’autopsia eseguita all’istituto di medicina legale di risentire i due testimoni che hanno raccontato che la giovane è caduta sbattendo per prima la testa. Cosa diversa da quanto sarebbe emerso dall’esame sul corpo di Aurora.