Cronaca

Bayesian, ancora nessuna traccia dei sei dispersi

Dopo il naufragio di ieri mattina

di Emiliano Di Rosa -

Gli speleo sub dei vigili del fuoco continuano a ricercare i corpi dei sei dispersi nel Bayesian, il veliero di 50 metri affondato ieri all’alba in rada a Porticello. Ma è tutto molto complicato tanto da aver coniato la definizione di “una Concordia in piccolo” facendo riferimento alla nave da crociera della Costa naufragata nel 2012 davanti l’Isola del Giglio; allora le operazioni di recupero delle 32 vittime finirono dopo due mesi. Dopo la prima immersione dei sommozzatori, effettuata nella giornata di ieri e nel corso della quale è stato recuperato un cadavere che era all’esterno della nave, il responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei vigili del fuoco, Luca Cari, ha spiegato le difficoltà che i vigili stanno incontrando, a partire dai tempi di immersione, che sono molto stretti. A quella profondità (circa 50 metri) infatti i sub possono rimanere sott’acqua per 12 minuti massimo, di cui due servono per scendere e salire. Dunque il tempo reale per poter effettuare le ricerche è di 10 minuti a immersione. Non solo: all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare, così come è difficilissimo trovare dei percorsi alternativi. Infine dall’esterno non si riesce a vedere nulla dentro lo yacht (inabissatosi dopo essere stato centrato da una tromba d’aria) e dunque individuare i corpi è quasi impossibile.