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Borsellino: parti civili al processo, “Il depistaggio continua”

E il depistaggio continua, ha ribadito l'avvocato

di Sergio Randazzo -

Secondo l’avvocato Rosalba Di Gregorio, il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, nella quale persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti di scorta, “continua”.

Appunti insignificanti nell’agenda rossa

La legale, parte civile al processo in appello a Caltanissetta, rappresentando Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina e Gaetano Murana, ha evidenziato che se ci fossero stati appunti insignificanti nell’agenda rossa, “sarebbero certamente apparsi. Nell’agenda grigia che abbiamo oggi – ha dichiarato l’avvocato – dopo il 23 maggio, giorno della morte del giudice Giovanni Falcone, Borsellino ha iniziato ad annotare non solo spese personali, ma anche appuntamenti lavorativi”. Secondo l’avvocato, il depistaggio per la strage di via D’Amelio “continua ad essere presente”.

Triplo depistaggio

Di Gregorio ha ricordato il ‘triplo depistaggio’ delle indagini da parte di Arnaldo La Barbera. Il primo riguardava la rigatura di alcune pistole trovate sulla spiaggia di Ostia. “Un altro caso di depistaggio – ha affermato – è avvenuto durante le indagini sull’omicidio del poliziotto Nino Agostino”. Inoltre, è stato menzionato un depistaggio relativo a via D’Amelio. “In quel periodo non c’erano fondi per alcuni spostamenti – ha sottolineato Di Gregorio – ma ci sono stati per mantenere il gruppo della Mobile Falcone Borsellino nel carcere di Pianosa”. E il depistaggio continua, ha ribadito l’avvocato. “Le carte del poliziotto Zerilli sui sopralluoghi di Scarantino – ha aggiunto – sono apparse in modo strano dopo 30 anni… è davvero insolito… Noi avvocati non possiamo più tollerare queste strane scoperte, dopo anni, di documenti che persino la procura della Repubblica non possedeva. Tutto ciò continua a sembrare strano anche oggi”.