Attualità
Case gratis agli studenti Erasmus nel Belice
Uno dei simboli dello spopolamento siciliano
La Valle del Belìce è uno dei simboli dello spopolamento siciliano. Dopo il terremoto del 1968, molti paesi sono stati ricostruiti a chilometri dai centri originari, lasciando interi borghi abbandonati. Negli anni, tra ritardi, solitudini e occasioni mancate, migliaia di giovani se ne sono andati. Ora Poggioreale, uno dei centri più colpiti, prova a invertire la rotta con un progetto di rigenerazione dell’antico borgo, e un’idea: offrire case gratuite agli studenti Erasmus.
Il progetto è semplice ma ambizioso: trasformare Poggioreale e Salaparuta in “Città Erasmus”, pronte ad accogliere studenti universitari stranieri grazie ai fondi dell’Unione Europea. Gli immobili vuoti – costruiti dopo il sisma per una popolazione oggi dimezzata – diventerebbero residenze temporanee per giovani che scelgono di vivere nella Valle del Belìce per un anno di studio. “A Poggioreale ci sono case per 3 mila persone, ma siamo solo in mille e 300 – dice il sindaco Carmelo Palermo. Qui gli studenti possono passare il loro anno Erasmus e godere delle bellezze del territorio”.
L’idea delle case agli studenti ricorda l’iniziativa delle “case a un euro”, partita da Salemi nel 2008 per intuizione di Vittorio Sgarbi, e che è stata tra le prime a tentare il recupero dei borghi. Dopo qualche inciampo iniziale, il progetto è decollato, attirando investitori e turisti. «Alcuni stranieri si sono trasferiti, altri tornano ogni estate», racconta l’attuale sindaco Vito Scalisi. «Il turismo cresce e la città rinasce».
A Sambuca di Sicilia l’esperimento ha avuto un successo internazionale: oltre 230 case vendute dal 2019, molte a stranieri. «Galleristi, fotografi, professionisti da tutto il mondo: sono arrivati grazie anche allo smart working», ha dichiarato l’ex sindaco Giuseppe Cacioppo.
Ma in questi giorni è stato presentato anche il progetto finanziato con fondi PNRR del Ministero della Cultura (1,6 milioni di euro) per la rigenerazione dell’antica città di Poggioreale. Il piano prevede la messa in sicurezza di Corso Umberto I, la ristrutturazione di edifici come Casa Costa e l’attivazione di un’“impresa di comunità” con giovani coinvolti in attività artigianali e imprenditoriali. Ma anche attività culturali all’interno del vecchio borgo abbandonato.
«Poggioreale può diventare un modello», ha dichiarato Lucenzo Tambuzzo, direttore artistico del progetto, esperto di rigenerazione urbana. «Ma servono progetti che incidano anche sul tessuto economico».
I sindaci del Belìce: “Facciamo rete”
All’incontro erano presenti i sindaci di Partanna, Gibellina, Salaparuta e Santa Margherita Belice, oltre ai deputati regionali Dario Safina (Pd) e Stefano Pellegrino (Fi). Tutti concordi: servono sinergie e investimenti per contrastare l’emorragia demografica.
Il sindaco di Salaparuta, Michele Saitta, ha ricordato che «è difficile pensare allo sviluppo se manca persino l’acqua». Quello di Gibellina, Salvatore Sutera, ha parlato di un “dialogo” ideale tra il Cretto di Burri e Poggioreale vecchia. Il primo cittadino di Partanna, Francesco Li Vigni, ha rilanciato: «Serve un grande centro dell’agroalimentare nel Belìce». Mentre Gaspare Viola (Santa Margherita) ha lanciato l’allarme sul paesaggio agricolo sfregiato da impianti eolici e fotovoltaici.