Catania

Centinaia di visitatori per “Dolore e meraviglia”

Inaugurata, lo scorso fine settimana, a Linguaglossa, sull’Etna, la straordinaria mostra su Piero Guccione. Centinaia di visitatori per il primo weekend di “Dolore e meraviglia”,

di Chiara Scucces -

Una piccola e raffinatissima selezione di opere – 24 tra oli, tecniche miste e pastelli – realizzate dal maestro di Scicli tra il 1975 e il 2008 e che hanno conquistato il primo, consistente, drappello di visitatori fra i quali alcuni collezionisti e ammiratori di Piero Guccione. Alla cerimonia inaugurale, insieme con la Soprintendente di Catania, architetto Donatella Aprile, hanno preso parte, tra gli altri, la figlia dell’artista, Paola Guccione e Paolo Nifosì, storico dell’arte e profondo conoscitore dell’opera di Guccione che ha affascinato il pubblico del vernissage con un dotto excursus sull’opera del maestro e sulla fondamentale importanza dell’azzurro, colore centrale della sua ricerca negli ultimi decenni e che diventa una riflessione sullo spazio, sull’armonia e sulla serenità come suprema e assoluta identificazione dell’Uomo con l’Assoluto. La mostra si snoda lungo tre ambienti e culmina con quella “Sala dei Mari”, una immersione silenziosa nella quiete degli azzurri di Guccione, armoniosamente scanditi alle pareti, tra piccole onde all’orizzonte e mormorii di risacche a riva che hanno commosso tutti, a cominciare dalla figlia Paola.

La mostra “PIERO GUCCIONE. Dolore e meraviglia” è un progetto della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania, guidata dall’architetto Donatella Aprile, finanziato dall’Assessorato dei Beni Culturali – Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana e realizzato in collaborazione con l’Archivio Piero Guccione e con il Comune di Linguaglossa. L’allestimento è stato curato da Giuseppe Lo Magno Artecontemporanea su progetto di Rocciamadre Architettura.

Di grande effetto, come abbiamo sentito, l’allestimento – minimalista ed essenziale – che al piano terra introduce alla mostra con una sala video e la proiezione dell’intervista del 2009 a cura di Vincenzo Cascone; mentre una teca raccoglie lettere originali e foto d’epoca in bianco e nero che documentano gli intensi rapporti di amicizia fra Guccione e due grandi intellettuali del Novecento, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. Durante l’inaugurazione l’attore Agostino Zumbo ha letto alcuni versi di Montale, poeta al quale Guccione era profondamente legato.

Il titolo della mostra “Dolore e meraviglia” è ispirato ad una citazione di Aristotele che il pittore fa sua, come riflessione e denuncia, per ricordare come “il dolore e la meraviglia” siano alla base della Filosofia ma anche della Pittura. Guccione è stato definito il più “leopardiano” fra gli artisti del Novecento per gli echi di solitudine e di infinito che evocano le sue opere – dove l’abisso del mare trascolora nell’immensità del cielo. E a scorrere le opere di questa esposizione di Linguaglossa, tutto sembra accostarlo al poeta di Recanati, alla sua vibrante e commossa percezione della bellezza