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Centro storico Modica, non interessa più a nessuno?

Centro storico di Modica, torniamo a parlare del suo depauperamento e della sua progressiva desertificazione. Quello che è successo nell'ultimo consiglio comunale ha ulteriormente mortificato gli operatori commerciali che resistono, nonostante tutto.

di Chiara Scucces -

La questione, tutta politica, dei temporary store è stata l’ennesima mazzata subita dagli operatori commerciali del centro storico di Modica. E non perchè qualcuno pensi realmente che i temporary store possano essere la soluzione alla progressiva desertificazione di Corso Umberto; potevano e dovevano essere un segnale che qualcosa si stesse muovendo, oltre alle parole “ballerine” di incontri e riunioni. Anche da qui, è nata la riflessione di una delle storiche imprenditrici di Modica Bassa, Cinzia Giannì; rappresenta una delle più ferree volontà a non arrendersi al depauperamento di tutto ciò che c’è attorno alla sua attività commerciale. In maniera pacata ma decisa, ha deciso di rivolgere degli appelli a chi, direttamente e indirettamente, è coinvolto nell’agonia del centro storico ma potrebbe essere anche parte attiva di una sua rinascita. A cominciare dai modicani che, a poco a poco, hanno perso il senso del centro storico, hanno cambiato abitudine e stili di vita, dimenticando cosa sia stato fino a poco tempo fa Corso Umberto

Vetrina dopo vetrina, diversi sono gli imprenditori che hanno preferito trasferire la loro attività in quartieri commercialmente più attraenti e redditizi. E’ la legge del mercato; forse può sembrare romantica la speranza che l’attaccamento e l’amore per la propria città sia più forte, ma non la speranza che a qualcuno torni la voglia di riprovarci  

In tutto questo, un ruolo fondamentale lo svolge, ancora una volta, il cittadino. C’è stato un tempo non lontano in cui trovare un locale commerciale al centro storico era difficilissimo, adesso è difficilissimo trovare un locale commerciale a delle condizioni di fitto vantaggiose per chi ha il coraggio di scommettersi ancora fra vetrine vuote e in condizioni fatiscenti. Ma, ancora una volta, la diffidenza prevale sulla fiducia, gli interessi personali su quelli della comunità

Le istituzioni  devono fare di più, non basta dire di averci provato. Bisogna farlo veramente e bisogna rispettare chi, ancora, decide di non arrendersi e permette che quel poco che c’è, rimanga. La voce la diamo a Cinzia Giannì in quest’ultimo appello, ma non pensiamo di sbagliare se diciamo che il pensiero di Cinzia rappresenti il sentire comune. Il sentire, quanto meno, di chi ha ancora a cuore il futuro della città