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Class action contro il Ponte, ricorrenti condannati

340 mila euro la somma complessiva stabilita dopo la sentenza emessa dal Tribunale delle imprese di Roma

di tcf -

Oltre al danno arriva anche la beffa per i firmatari dell’azione inibitoria contro il Ponte sullo Stretto. La 17° sezione del Tribunale delle imprese di Roma infatti, oltre ad aver respinto l’istanza presentata dai legali del gruppo di 104 cittadini che hanno sottoscritto il documento, ha anche condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali per l’elevata cifra di 340 mila euro. Nella cosiddetta “class action”, i cittadini residenti nelle due sponde dello Stretto, sono andati contro la società Stretto di Messina manifestando il loro parere contrario alla realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. I firmatari chiedevano anche di «precludere, in caso di divulgazione dei contenuti del provvedimento, l’indicazione delle loro generalità». “Non è sorretta da alcun motivo legittimo” recita la sentenza emessa ieri, che sottolinea anche come la società guidata dall’amministratore delegato Pietro Ciucci agisce secondo una legge dello Stato e l’iter per l’approvazione del progetto definitivo è ancora in corso. Intanto, arriva la replica del senatore messinese Nino Germanà che commenta con entusiasmo la sentenza. “Rigettata l’istanza dei signori del NO perché basata su ipotesi non concrete: la sentenza del Tribunale di Roma è chiara e non lascia spazio a interpretazioni, e anche stavolta, l’ideologia dei NO Ponte deve fare i conti con la realtà. Oltretutto, i giudici hanno sottolineato che non è stato dimostrato alcun danno ambientale legato al progetto.” Avanti tutta è il messaggio lanciato dall’esponente della Lega “per la realizzazione della struttura più importante del secolo, dell’opera che permetterà la crescita economica e occupazionale dei nostri territori”.