Catania

Confermata in Cassazione l’assoluzione per Raffaele Lombardo

Con questo verdetto, si è conclusa definitivamente la telenovela giudiziaria, lunga oltre 12 anni

di Sergio Randazzo -

Inammissibile, secondo la Cassazione, il ricorso della procura generale di Catania contro l’assoluzione di Raffaele Lombardo nel processo d’appello per concorso in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Con questo verdetto, emesso nel primo pomeriggio dalla Suprema Corte, si è conclusa definitivamente la telenovela giudiziaria, lunga oltre 12 anni, che ha visto protagonista l’ex governatore siciliano. Nell’udienza di stamattina il Pg aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di assoluzione, basandosi su un corposo ricorso presentato contro la decisione della Corte di Appello di Catania.

Le reazioni politiche: Nino Minardo

“La sentenza della Cassazione ha confermato quanto sapevamo tutti fin dall’inizio di questa triste vicenda e cioè che Raffaele Lombardo è una persona e un politico perbene, a cui sono legato da stima politica e personale e amicizia”. Così Nino Minardo, presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, esprimendo la propria soddisfazione per l’assoluzione definitiva dell’ex presidente della Regione Siciliana.

Gianfranco Miccichè

“Non è di un Paese civile dover attendere 13 anni per mettere fine ad una gogna interminabile che è costata al presidente Lombardo le dimissioni da presidente della Regione. Segno che la giustizia in Italia deve essere riformata. Felice per Lombardo per la sua assoluzione che mette la parola fine alla vicenda, ma chi risarcirà lui e la sua famiglia per quello che ha patito in tutti questi anni?”. Così il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.

Renato Schifani

“La definitiva assoluzione di Raffaele Lombardo dalle accuse di concorso esterno e di corruzione elettorale aggravata dall’avere favorito la mafia è una doppia buona notizia. Da un lato perché la sentenza della Cassazione cancella ogni possibile ombra sul fatto che un ex presidente della Regione possa essere sceso ad accordi con la mafia, dall’altro perché restituisce, a tredici anni dall’avvio dell’inchiesta e dopo un iter molto complesso e travagliato, serenità a una persona perbene e alla sua famiglia”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.


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