Catania

Corsa clandestina di calessi tra cavalli e scooter: due fantini denunciati a Campo Rotondo Etneo – VIDEO

Le indagini e l’ammissione dei fantini

di Sergio Randazzo -

Una corsa improvvisata, adrenalina e folla di scooter al seguito: così due fantini del Messinese, di 50 e 37 anni, hanno trasformato un’area periferica di Camporotondo Etneo, nel Catanese, in un vero e proprio ippodromo abusivo. L’azzardata competizione tra calessi trainati da cavalli si è però conclusa con un grave incidente, che ha fatto scattare le indagini della Polizia di Stato – Squadra a Cavallo, portando alla denuncia dei due uomini.

La gara e l’incidente ripreso in video

Il fatto risale all’11 ottobre, quando i due fantini si sono sfidati nella zona conosciuta come le piscine, un’area già nota alle forze dell’ordine per episodi simili. Durante la corsa, i due cavalli venivano frustati per aumentare la velocità, mentre decine di scooter seguivano a sirene e clacson spiegati, creando un forte stress agli animali.
L’intera scena, culminata con un incidente che ha coinvolto uno dei cavalli e alcuni motociclisti, è stata filmata da uno spettatore con lo smartphone e diffusa rapidamente tra appassionati e scommettitori del settore.

Le indagini e l’ammissione dei fantini

Ricevuto il video, la Squadra a Cavallo della Questura di Catania ha avviato una serie di controlli in scuderie e stalle del territorio etneo. Nonostante iniziali reticenze, i due fantini coinvolti si sono successivamente presentati spontaneamente agli agenti, accompagnati dai loro cavalli e dai calessi usati durante la gara, ammettendo le proprie responsabilità.
Grazie a un’attenta analisi del filmato e al confronto con i mezzi e gli animali portati in visione, gli investigatori hanno potuto confermare con certezza che si trattava degli stessi protagonisti immortalati nelle immagini.

Cavalli di razza e sanzioni

I due cavalli, entrambi purosangue inglesi di 5 e 10 anni, sono stati visitati dai veterinari dell’Asp di Catania, che ne hanno disposto il fermo sanitario per ulteriori accertamenti. Gli animali, valutati circa 15 mila euro ciascuno, risultano essere “scarti di pista”: esemplari provenienti da circuiti ippici professionali, poi rivenduti e spesso finiti in corse clandestine senza alcuna tutela.