Trapani
Covo mai provato, assolto l’uomo sospettato di aver aiutato Messina Denaro
Giuseppe Di Giorgi scarcerato: il giudice lo assolve dalle accuse più gravi. Resta la condanna per detenzione illegale di un’arma clandestina
Non sarebbe stato uno dei rifugi di Matteo Messina Denaro il garage di Giuseppe Di Giorgi, l’uomo arrestato nel luglio del 2023 perché sospettato di aver offerto supporto logistico al boss di Castelvetrano durante la sua lunga latitanza. A stabilirlo è stato il Gup di Palermo, Lorenzo Chiaramente, che ha assolto Di Giorgi dalle accuse di favoreggiamento aggravato, procurata inosservanza della pena e contraffazione d’arma, condannandolo invece a 2 anni e 8 mesi esclusivamente per la detenzione illegale di una pistola calibro 38.
L’inchiesta e i sospetti sul box di Mazara
L’inchiesta che ha travolto Di Giorgi ha preso le mosse dall’analisi dei movimenti di Messina Denaro nelle settimane precedenti alla sua cattura. Le videocamere installate lungo la strada per Mazara del Vallo avevano ripreso l’ex superlatitante entrare con la sua amante Lorena Lanceri in un residence privato, accesso poi ricondotto a una delle chiavi trovate nel covo del boss. Quella chiave, secondo i magistrati, apriva il cancello del complesso in cui si trovava anche il box in uso a Di Giorgi, all’interno del quale erano presenti un letto e un cucinotto. Da lì il sospetto che il locale potesse essere stato utilizzato come rifugio segreto.
Tuttavia, nonostante le ipotesi della Procura, nessun elemento concreto – né impronte digitali, né altri segni tangibili – ha dimostrato il passaggio o la permanenza del boss mafioso all’interno del garage.
La pistola “doppia”: una calibro 38 con matricola misteriosa
Durante la perquisizione dell’abitazione di Di Giorgi, gli inquirenti avevano trovato anche una pistola clandestina calibro 38, che ha sollevato ulteriori interrogativi: l’arma, infatti, aveva una matricola identica a quella in uso a un carabiniere. Un’anomalia che ha alimentato sospetti di contraffazione, ma che secondo i difensori di Di Giorgi è spiegabile con la vetustà dell’arma, risalente – a loro dire – addirittura alla Seconda guerra mondiale. Una tesi che ha convinto il giudice, che ha assolto l’uomo anche da quest’accusa, pur condannandolo per la detenzione illegale della pistola, comunque clandestina.
Box e chiavi: “Serratura comune, accessibile con più copie”
Sulla presunta disponibilità del box da parte di Messina Denaro, la difesa ha invece sottolineato che la serratura del garage era estremamente comune e che la chiave ritrovata a casa di Rosalia Messina Denaro (la sorella del boss) non era una copia perfetta dell’originale. Anche su questo punto il giudice ha ritenuto non provata la connessione diretta con il latitante.
Scarcerato, ma con obbligo di firma
Dopo la sentenza, Di Giorgi è stato scarcerato, ma nei suoi confronti è stato disposto l’obbligo di firma per la detenzione dell’arma. La Procura generale, che ha sostenuto le ipotesi accusatorie, ha ora la facoltà di proporre appello, in attesa delle motivazioni complete della sentenza.