Caltanissetta
Dal 3 novembre ripristinati i treni fino a Modica. Durerà?
La tratta ferroviaria Caltanissetta-Gela è sospesa dall'estate a causa di problemi ai bordini delle ruote che avevano registrato un anomalo consumo. Dopo mesi di stop e di prove, finalmente i treni ripartiranno dalla prossima settimana; abbiamo anche sentito l'assessore ai trasporti Alessandro Aricò, questa mattina a Catania: le risposte che si cercavano non sono arrivate in maniera esaustiva
Dopo mesi di stop, disagi e polemiche, la tratta ferroviaria Caltanissetta–Gela si prepara a ripartire. Da lunedì 3 novembre i treni torneranno a circolare fino a Modica, mentre per Gela bisognerà attendere la metà del mese. Ma il ritorno alla normalità è tutt’altro che scontato.
In questi giorni sono in corso le corse “prova” per verificare se il problema che ha fermato tutto, il consumo anomalo dei bordini delle ruote, cioè i bordi che mantengono il treno sui binari, si è davvero risolto. Pare che la situazione sia rientrata, ma solo in parte: secondo gli addetti ai lavori, le temperature più miti di ottobre non amplificano il problema, che però potrebbe tornare con il caldo estivo. Una storia surreale: nove mesi di lavori per ammodernare la linea, sette mesi di servizio, e poi di nuovo la chiusura, da luglio fino ad oggi. Tre province – Caltanissetta, Ragusa e Siracusa – di fatto senza treni per l’intera estate. Bus sostitutivi che non coprono tutte le fermate, pendolari esasperati, turisti spaesati. E macchinisti costretti a trasferte di centinaia di chilometri. Una linea che doveva essere “moderna” e “tecnologica” si è trasformata in un incubo per chi viaggia.
I nuovi treni Blues e Minuetto, acquistati dalla Regione Siciliana con fondi europei e PNRR, sono troppo pesanti e lunghi per una linea piena di curve e pendenze. Un errore di valutazione costato mesi di fermo e milioni di euro di fondi pubblici.
Nelle nostre interviste l’assessore Alessandro Aricò parla genericamente di interlocuzioni ma non fornisce risposte né sui motivi tecnici del guasto, né sul perché la Regione abbia scelto questi mezzi. E ha risposto parzialmente alle interrogazioni parlamentari presentate nei mesi scorsi. Il deputato regionale Nello Dipasquale aveva chiesto chiarimenti già a settembre: “Non possiamo accettare scelte sbagliate e sprechi di risorse pubbliche, diceva. Il diritto alla mobilità va garantito anche nelle aree interne della Sicilia.”
Dunque, dal 3 novembre i treni torneranno a muoversi, ma con molti interrogativi ancora aperti. Resta l’amara sensazione che, ancora una volta, i disagi più pesanti ricadano sulle solite province dimenticate, quelle che ogni volta pagano il prezzo più alto di una programmazione che, anche sui binari, sembra deragliare.