Caltanissetta

Depistaggio Borsellino: la difesa dei poliziotti, ‘troppe contraddittorietà sull’agenda rossa del giudice’

La sparizione dell'agenda non sarebbe stata opera di 'Cosa nostra'

di Sergio Randazzo -

Nel corso della sua arringa difensiva davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta, presieduta da Giovambattista Tona, l’avvocato Giuseppe Seminara, difensore di due dei tre poliziotti accusati nel caso del presunto depistaggio sulla strage di via D’Amelio, ha sollevato interrogativi riguardo alla sparizione dell’agenda rossa.

La sparizione dell’agenda non sarebbe stata opera di ‘Cosa nostra’

Seminara ha evidenziato che, sebbene si sia affermato che la sparizione non sia stata opera di Cosa Nostra, resta da comprendere se l’interesse per l’agenda rossa fosse finalizzato al compimento della strage. L’avvocato ha posto l’interrogativo se coloro che avevano interesse nell’ottenere l’agenda fossero coinvolti nella strage stessa. Seminara ha sottolineato le contraddizioni e le incertezze su una questione già di per sé discussa e contraddittoria. Ha indicato la possibilità che la borsa contenente l’agenda rossa, prima di giungere nella stanza di Arnaldo La Barbera, ex dirigente della Squadra Mobile di Palermo, potesse aver seguito altri percorsi, inclusa la possibilità di essere stata portata in procura.

Riguardo all’agenda rossa, Seminara ha notato che le circostanze circostanti rendono difficile considerarla un elemento rilevante per stabilire l’appartenenza di soggetti estranei a Cosa Nostra nella pianificazione ed esecuzione della strage. Ha ipotizzato la possibilità di una corrispondenza di interessi, ma ha sottolineato la mancanza di prove concrete che dimostrino l’intervento di istituzioni o soggetti esterni nella fase di esecuzione della strage.


Articoli correlati