Catania

Dimesso il padre della neonata gettata dal balcone, ancora sotto shock il fratellino

Il dolore del padre e l’intervento dei sanitari

di Sergio Randazzo -

Una tragedia senza precedenti ha sconvolto la comunità di Misterbianco. Una bambina di soli sette mesi è morta dopo essere stata lanciata dal terzo piano di una palazzina in via Marchese, in pieno centro storico. A compiere il gesto sarebbe stata la madre, una donna di 40 anni con problemi psichiatrici e seguita dai servizi sociali e dal dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Catania.

Il gesto estremo e la corsa disperata verso l’ospedale

Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, intorno alle 13.30 la donna avrebbe afferrato la piccola e, salendo al terzo piano dello stabile di proprietà della famiglia, l’avrebbe lanciata nel vuoto. La bambina è precipitata per oltre 12 metri, schiantandosi sull’asfalto. I soccorritori del 118 hanno tentato in ogni modo di rianimarla, ma la neonata è arrivata in ospedale già priva di vita.

Il dolore del padre e l’intervento dei sanitari

In casa era presente anche il padre della piccola, un operatore ecologico descritto da molti come un “gran lavoratore e una persona perbene”, come ha sottolineato il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, giunto subito sul posto. Sentendo le urla, l’uomo è sceso in strada e, vedendo la figlia riversa a terra in una pozza di sangue, ha tentato inutilmente di soccorrerla prima di accasciarsi, colto da un malore. È stato trasportato in ospedale, dove i medici lo hanno tenuto sotto osservazione per alcune ore prima di dimetterlo.

Sotto choc anche il fratellino di 7 anni

A vivere l’orrore è stato anche il fratellino della neonata, un bambino di soli sette anni, ora affidato alle cure dei familiari. Anche lui è apparso sotto shock per quanto accaduto, testimone impotente di una tragedia familiare devastante.

Un passato segnato da problemi psichici

La donna, arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato, è stata condotta in carcere. Pare che già in passato fosse stata sottoposta a un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso), e che i segnali di un profondo disagio psicologico fossero noti a parenti e vicini di casa. In queste ore, i carabinieri stanno ascoltando le testimonianze dei familiari e raccogliendo tutti gli elementi per chiarire la dinamica e i precedenti.

Procura al lavoro per fare luce sulla tragedia

La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta. Gli inquirenti vogliono accertare se ci siano state negligenze nei controlli o segnali trascurati che avrebbero potuto evitare il tragico epilogo. Il caso ha suscitato un’ondata di dolore e indignazione, scatenando interrogativi sul sistema di supporto alle famiglie in difficoltà e sulla prevenzione dei casi di disagio psichico.