Cronaca

Drammi della solitudine

Sono in aumento

di Emiliano Di Rosa -

“Quando si muore si muore soli” cantava Fabrizio De Andrè ne “Il Testamento”, una canzone che è anche storia della letteratura italiana. In maniera più prosaica e cruda sono in aumento le tristi pagine di cronaca legate alla morte in solitudine, soprattutto di anziani. I vigili del fuoco e le forze dell’ordine intervengono, chiamati dai vicini che sentono cattivo odore provenire dalle case o non vedono da tempo chi gli abita accanto. Il caso più recente a Bagheria: ieri Carabinieri e 118 hanno trovato il corpo, in avanzato stato di decomposizione, di un uomo di 88 anni morto in casa da almeno 10 giorni. Scene e fatti simili di recente pure a Trappeto, sempre nel palermitano, e poi a Monreale, Modica, Siracusa … l’elenco è lungo. Vi sono dietro una serie complessa di mutamenti sociali, culturali, antropologici e finanche “affettivi” e il risultato è straziante. Aumenta il numero di persone che trascorre l’ultima parte della propria vita in case di riposo, RSA e altre strutture ma l’invecchiamento della popolazione è tale che sono di piu’ pure i vecchietti e le vecchiette che restano a casa propria e hanno solo contatti sporadici con familiari e amici. La mancanza di relazioni sociali può portare a depressione, demenza e a un aumento del rischio di mortalità. In Italia sono milioni gli anziani che vivono soli in casa; ancora più in generale un recente report pubblicato sul quotidiano “Avvenire” indica nel 35% la quota di famiglie composta da un solo individuo. L’incidenza regionale più elevata si registra in Umbria, dove il 60,5% delle persone sole ha più di 60 anni, segue la Sicilia con il 59,7%. Un altro dato su cui riflettere nella nostra Regione riguarda i tagli alle risorse destinate ai “servizi sociali” e legati alla crisi finanziaria di tantissimi comuni siciliani.