Catania

Droga e videosorveglianza: due arresti nel quartiere San Cristoforo

Spaccio con “consumo in sede”

di Sergio Randazzo -

La Polizia di Stato ha arrestato due uomini catanesi, di 34 e 22 anni, sorpresi in flagranza mentre gestivano un’attività di spaccio all’interno di un appartamento nel quartiere San Cristoforo. L’operazione è stata condotta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Catania, nell’ambito delle attività di contrasto al traffico illecito di stupefacenti.

Spaccio con “consumo in sede”

L’indagine è partita dall’osservazione di uno strano andirivieni nei pressi di un immobile. I poliziotti hanno scoperto che i due uomini non solo vendevano sostanze stupefacenti, ma offrivano anche la possibilità ai clienti di consumarle direttamente sul posto, in una delle stanze dell’appartamento, trasformato di fatto in una “piazza di spaccio indoor”.

Immobile blindato e videosorvegliato

A rendere più difficile l’intervento, le misure di sicurezza adottate dai due indagati: l’abitazione era protetta da porte blindate e da un sistema di videosorveglianza pensato per monitorare costantemente l’esterno e ostacolare eventuali controlli delle forze dell’ordine.

Droga, soldi e appunti

Nonostante le barriere, gli agenti sono riusciti a entrare tempestivamente sorprendendo i due soggetti all’opera. Nell’immobile sono stati trovati quasi 25 grammi di crack, circa 10 grammi di cocaina e 41 grammi di marijuana, oltre a un bilancino di precisione, materiali per il confezionamento, un fornellino per la preparazione del crack e un block notes con nomi e cifre. Sequestrata anche una somma di denaro in contanti, circa 1000 euro, ritenuta frutto dello spaccio.

Sequestro dell’appartamento e arresti domiciliari

L’immobile, usato come base per l’attività illecita, è stato posto sotto sequestro. I due uomini sono stati arrestati in flagranza, nel rispetto della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. Dopo le formalità di rito e su disposizione dell’Autorità giudiziaria, sono stati collocati agli arresti domiciliari. La misura è stata confermata anche al termine del giudizio direttissimo.