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E’ sempre critica la situazione nel carcere di Barcellona

Dopo il terzo suicidio in sei mesi al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, l’onorevole Tommaso Calderone scrive al ministro Nordio e al viceministro Sisto chiedendo un piano straordinario per mettere in sicurezza la struttura e tutelare detenuti e polizia penitenziaria

di tcf -

Dopo l’ennesimo suicidio all’interno della casa circondariale di Barcellona  Pozzo di Gotto, l’onorevole Tommaso Calderone, presidente della  Commissione parlamentare bicamerale per il contrasto agli svantaggi  derivanti dall’insularità, ha deciso di rompere gli indugi e scrivere direttamente al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al viceministro Francesco Paolo Sisto.

Nella sua lettera Calderone denuncia l’insostenibile condizione dell’istituto e chiede un intervento immediato e risolutivo. Messa in sicurezza della struttura, potenziamento del personale di polizia penitenziaria, rafforzamento dei servizi sanitari e psicologici e un piano organico che restituisca dignità e sicurezza a detenuti e operatori. Il deputato  azzurro ricorda che la casa circondariale barcellonese, nata nel 1925 come ospedale psichiatrico giudiziario, non è mai stata adeguatamente trasformata in carcere.

Mura e infissi fuori norma, spazi insufficienti e assenza di misure di prevenzione hanno trasformato l’ex Opg in una struttura pericolosa per chi vi è recluso e per chi vi lavora. Gli ultimi mesi lo hanno dimostrato.

Tre suicidi in sei mesi, numerose aggressioni agli agenti, tentativi di fuga. Una spirale che ha spinto anche il procuratore capo Giuseppe Verzera a trasmettere al Ministero della Giustizia una segnalazione urgente per certificare l’inidoneità della struttura. Intanto l’appello di Calderone ha già trovato un primo riscontro. Il viceministro Sisto ha infatti annunciato l’intenzione di visitare personalmente l’istituto nelle prossime settimane per constatare la gravità delle condizioni.