Cronaca

Emergenza migranti: il quadro internazionale

Non si riesce a bloccare le partenze

di Emiliano Di Rosa -

10 sbarchi di migranti a Lampedusa nel fine settimana, altre centinaia di disperati soccorsi da Guardia di finanza e Capitaneria di porto. Alcuni barchini secondo le dichiarazioni degli sbarcati, sono partiti da Sfax, in Tunisia. Parecchi sono originari del Centrafrica ma ci sono anche asiatici: bengalesi, siriani e pakistani partiti dalla Libia o da altri porti tunisini. Ciò dimostra come le organizzazioni di questi viaggi della speranza davvero ormai abbiano ramificazioni in mezzo mondo. Fra i 159 migranti sbarcati invece a Pozzallo 50 minorenni e c’è anche un tredicenne tetraplegico. Per un bimbo di un anno e mezzo è stato disposto il trasferimento all’ospedale Maggiore-Baglieri di Modica per accertamenti su una sospetta infezione cutanea. Un’inchiesta giornalistica del quotidiano “la Repubblica” ripropone la sfrontatezza dei mercanti di uomini, donne e bambini: uno di questi dalla Tunisia dice: “rassegnatevi in Italia ho 30 imbarcazioni pronte a partire”. I numeri dicono che sono già più di 45mila i migranti sbarcati in Italia nei primi sei mesi dell’anno e almeno 1.500 tra morti e dispersi: l’ultima tragedia nel Mediterraneo è stata un’ecatombe con centinaia di vittime e aspre polemiche rivolte alla Grecia. Il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha incontrato ad Abu Dhabi il suo omologo degli Emirati Arabi Uniti: il nostro Paese cerca sponde ovunque per contenere il fenomeno della migrazione clandestina che questa estate potrebbe ancora allargarsi. Dice Tajani: “bisogna convincere Tunisia e Libia, i due principali Stati costieri da cui salpano barchini e barconi con la prua diretta verso le coste italiane, a contrastare alla fonte il traffico di essere umani”. Il recente viaggio in Tunisia della premier, Giorgia Meloni, insieme alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, non è stato un successo … per usare un eufemismo. Per convincere il presidente tunisino Kais Saied a fermare gli sbarchi in cambio di aiuti economici occorre passare attraverso riforme democratiche che lo stesso presidente non ha alcuna intenzione di avallare. In Libia, Paese già scomposto a livello istituzionale, gli accordi con le diverse autorità non fermano comunque le partenze: le tribù libiche che gestiscono i traffici infatti sono sempre fuori controllo.