Palermo

“Excusatio non petita, accusatio manifesta”

Dopo la bocciatura del ddl Province all'ARS

di Emiliano Di Rosa -

Chissà se Rosario Crocetta dal suo ritiro in Tunisia si sarà fatto una sonora risata all’affossamento, almeno per ora, del disegno di legge per riportare in vita le province siciliane visto che fu lui l’artefice della loro abolizione con dichiarazioni roboanti da Giletti. Fatto sta che un po’ ovunque giornalisti e osservatori politici fanno a gare nello scegliere sostantivi e aggettivi per il voto inaspettato dell’ars che ha bocciato la riforma. Per il centrodestra è stata una batosta, una Caporetto, un Vietnam, una sonora sconfitta, una guerra sotterranea, intestina, civile eccetera. 11 franchi tiratori sono obiettivamente tanti anche pensando alle scelte per i nuovi manager della sanità, all’atmosfera di campagna elettorale per le europee, ai vecchi rancori sopiti solo all’apparenza e alla storia parlamentare di Palazzo dei Normanni da tre quarti di secolo calderone di passaggi di casacca, tradimenti politici e nuovi amori, sempre politici. Tant’è: ora c’è stato un colloquio riservato tra il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, esponente di Fratelli d’Italia, e il governatore Renato Schifani, esponente di Forza Italia. La nota congiunta recita: “dal colloquio continua ad emergere un solido rapporto tra le due istituzioni; a proposito del voto di ieri sulle Province si è convenuto sul fatto che la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare”. A qualcuno la nota suona un po’ come il proverbio in lingua latina “excusatio non petita, accusatio manifesta” cioè “scusa non richiesta, accusa evidente” …