Palermo

Festa del boss nella chiesa di Falcone, la sorella Maria: “Sono indignata”

Alcuni puntano il dito anche contro settori della Chiesa che potrebbero non essere chiari nei loro comportamenti

di Sergio Randazzo -

L’evento delle nozze d’argento del boss mafioso Tommaso Lo Presti nella Chiesa di San Domenico, accanto alle spoglie di Giovanni Falcone, ha suscitato imbarazzo e indignazione a Palermo. Dopo essere stato scarcerato da poco, Lo Presti ha scelto questo luogo simbolico per celebrare il suo anniversario con la moglie, anch’essa condannata per mafia.

Una prepotenza nei confronti della memoria di suo fratello Giovanni

Maria Falcone ha espresso la sua indignazione per questa scelta, definendola una prepotenza nei confronti della memoria di suo fratello Giovanni, ma ha anche sottolineato che Giovanni, dall’alto, non si cura di loro. Il rettore della chiesa ha affermato di essere venuto a conoscenza dell’identità della coppia solo dopo l’evento e che l’offerta ricevuta non sarà restituita, ma utilizzata per scopi benefici. Tuttavia, molte persone si sentono ferite da questo episodio e lo considerano un grave affronto alla memoria della città. Alcuni puntano il dito anche contro settori della Chiesa che potrebbero non essere chiari nei loro comportamenti.

La Chiesa di San Domenico

Costruita a partire dal 1640, è il più grande edificio di culto della Sicilia ed è appartenente all’Ordine dei Domenicani, non sotto la giurisdizione canonica dell’arcidiocesi di Palermo. Dal XIX secolo ospita il Pantheon degli Illustri di Sicilia, tra cui Giovanni Falcone dal 2015. Le parole nette dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, pronunciate durante i funerali di Vincenzo Agostino il 23 aprile, sottolineano la necessità di una resistenza attiva alla mafia e ad altre forme di male strutturato che affliggono la città. Lorefice ha invitato a costruire una città giusta e solidale, libera dalla mafia, dalla corruzione e dalla falsità. Il Pantheon accoglie anche le spoglie di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con l’intenzione di valorizzare il messaggio del suo romanzo “Il Gattopardo”, che rimane attuale nel denunciare l’incapacità al vero cambiamento.