Attualità
Giampilieri rinasce con le mattonelle “virtuali”
Un progetto hi tech nel comune distrutto dall’alluvione del 2009 per mettere a riparo la memoria e l’identità dei luoghi.
Si chiama “Viaggio nte vanedde” ed è il progetto hi tech realizzato dall’Associazione Giampilieri 2.0 per sostenere la memoria del territorio, ricordarne l’identità e creare le premesse per lo sviluppo economico e sociale. Il progetto nasce dal “basso” da ragazzi e cittadini di Giampilieri che hanno vissuto la tragedia del 1 ottobre 2009, quando una pioggia torrenziale inondò di fango e detriti la cittadina del messinese causando 37 vittime e danni per decine di milioni di euro.
Il funzionamento del progetto è spiegato da Antonino Micali: “è un programma di mappatura territoriale e multimediale sviluppata dal basso, dall’associazione e dai residenti del territorio di Giampilieri. E’ una sorta di racconto del territorio suddiviso su più livelli, livelli fisici e livelli digitali. Dal punto di vista fisico abbiamo realizzato dei QRcode che abbiamo appiccicato su delle mattonelle (le vanedde, in dialetto siciliano) distribuite sul territorio, nelle varie piazze, vie, vicoli. Questi codici sono collegati a dei profili social per favorire una sorta di viaggio ondemand”.
“La comunità si è trovata in qualche modo a condividere qualcosa che forse non aveva mai condiviso prima cioè la perdita della propria stessa terra c’è stato il tentativo di recuperarla e ognuno l’ha fatta a modo suo”, continua Micali. Si tratta di coniugare la tradizione, il recupero della memoria con le tecnologie digitali. Questa secondo te la strada che al di là del vostro progetto si può seguire come dire per fare in modo che l’identità di un territorio.
Donatella Manganaro ha seguito il progetto sin dalla nascita dell’Associazione. Lei ricorda benissimo cosa accadde quella giornata di ottobre.”Era talmente fitta la pioggia che non sono riuscita neanche a varcare la porta di casa. Quindi sono tornata dentro e mi sono chiusa a casa e alla fine della pioggia mio padre uscì a vedere, un po perché avevamo capito che era successo ovviamente qualcosa di disastroso, anche perché non c’erano più collegamenti telefonici. Sentivamo rumori e crolli. Negli occhi, la mattina dopo, avevo disastro , incredulità. Sembrava che quello che stava succedendo non ti appartenesse del tutto e quindi cercavo in qualche modo di aiutare, di aiutare a spostare il fango. Ma era un aiuto, ovviamente, che non aveva nessun senso.
La comunità si è stretta fin da subito in un in una grande rete di aiuto”. Adesso arrivano le vanedde, le mattonelle virtuali: “E’ un progetto cha va oltre Giampilieri. Questo metodo può essere utilizzato per preservare la memoria storica importante dei borghi che non hanno una storia scritta. Il digitale, in questo senso, ha un’importanza veramente incredibile. Ci sono strati storici del nostro Paese anche prima dell’alluvione ovviamente, che non sono conosciuti a tutti. E’ necessario avere un bagaglio per capire la storia della nostra comunità, andando anche oltre quello spartiacque che è stato ovviamente l’alluvione del 2009”, è la conclusione di Manganaro.