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Giro di vite sui rifiuti abbandonati

A Gela quattro persone sono state rinviate a giudizio per abbandono illecito di rifiuti, individuate grazie alle telecamere comunali. Tra loro anche un imprenditore di Niscemi, accusato inoltre di trasporto non autorizzato

di finmedia -

La lotta contro l’abbandono dei rifiuti in città registra un nuovo passo, questa volta nelle aule giudiziarie. La Procura di Gela, guidata dal procuratore Salvatore Vella, ha disposto la citazione diretta a giudizio per quattro persone, accusate di avere scaricato rifiuti in diverse zone urbane e periurbane.

Sono tre gelesi – di 45, 50 e 49 anni – e un 40enne di Niscemi, titolare di una ditta di trasporto e smaltimento. Per lui, le accuse sono ancora più gravi: oltre all’abbandono, anche l’assenza delle autorizzazioni necessarie per gestire e movimentare i materiali.

Gli episodi contestati risalgono ai mesi di dicembre 2024 e gennaio 2025. A incastrarli, le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza comunali, sempre più presenti in città e strategiche per individuare chi continua a trasformare strade e campagne in discariche improvvisate.

La nuova normativa nazionale, la legge 137 del 2023, ha cambiato radicalmente il quadro delle sanzioni: l’abbandono dei rifiuti non è più una semplice violazione amministrativa ma un reato, punito con ammende dai 1.000 ai 10.000 euro. Per chi smaltisce materiali pericolosi, le cifre raddoppiano e può scattare anche la sospensione della patente fino a sei mesi.

A commentare la vicenda è il sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano, che esprime soddisfazione per il lavoro svolto dalla Procura e dalle forze di controllo.

Ma l’azione repressiva non basta. Il primo cittadino rilancia infatti l’appello ai gelesi a rispettare il calendario della raccolta differenziata e a conferire correttamente i rifiuti, ricordando che i servizi sono attivi e che il mancato rispetto delle regole mette in difficoltà l’intera comunità.

La linea è chiara: tolleranza zero verso chi sporca, controlli continui e nuove telecamere in arrivo.

Un messaggio che punta a cambiare abitudini radicate, restituendo decoro a un territorio che affronta da anni un’emergenza ambientale e culturale.

La città, ancora una volta, si trova davanti a un bivio: continuare a pagare i costi dell’inciviltà di pochi, oppure fare della differenziata e del rispetto degli spazi comuni un gesto quotidiano, condiviso e responsabile.