Attualità

Gli Schizzi di Federico Fellini al Museo di Palazzo Riso

A Palermo

di piero messina per sicilia on demand -

In quei due fazzoletti bianchi Federico Fellini ritrasse il volto del suo psichiatra, Ignazio Majore. Quei due schizzi sono stati esposti, per un giorno solo, al Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso. In mostra insieme al libro che proprio Majore scrisse qualche anno fa raccontando il suo viaggio impossibile nella psiche del maestro del cinema italiano. Il libro si muove sul confine tra letteratura, psicanalisi e immaginazione, alla scoperta dei luoghi mentali ed emotivi che hanno alimentato l’universo onirico felliniano. Il volume è stato curato da Nino Sottile Zumbo

“Fellini sogna per se e per tutti noi ed i suoi sogni sono in cinemascope. Quelli del maestro del cinema italiano sono i sogni dei bambini che vogliono catturare la lune e si arrabbiano se non ci riescono. Ma sono anche i sogni di noi adulti, re deposti”, con queste parole Sottile Zumbo racconta le ragioni profonde che spinsero Majore a collezionare scritti e disegni di Federico Fellini. Majore, originario di Barecellona Pozzo di Gotto è stato uno dei padri della psichiatra moderna in Italia Ha insegnato psicoterapia nella Clinica di malattie nervose e mentali dell’Università di Roma. È stato analista didatta della Società Psicoanalitica Italiana. Se ne è distaccato nel 1972 e ha fondato la Scuola di Analisi Mentale. Majore, oltre a questo volume dedicato a Fellini, ha pubblicato numerosi testi scientifici e divulgativi.

Parlando di Fellini, a Palazzo Riso è tempo anche di riflessioni per il cinema in modalità siciliana. E’ vera gloria? E un Fellini siciliano quando arriverà?

Ivan Scinardo, direttore della sede siciliana della scuola di cinematografia nazionale indica nel 2025 l’anno della svolta: “La semina è lanciata, la rete pure. Questo è un anno molto bello e importante per noi. Festeggiamo i 90 anni della scuola nazionale di cinema e sono 90 gli allievi che si sono diplomati nella sezione siciliana dal 2010 ad oggi”.

E’ stata Evelina De Castro, direttrice del Museo a fare gli onori di casa. De Castro ha sottolineato la necessità di portare avanti dei percorsi che uniscano le discipline della cultura, dalle arti visive a quelle della parole, sotto l’egida del concetto di luce.