Cronaca

I 500 migranti non erano scomparsi, ma riportati in Libia

Alarm Phone ha confermato di aver perso il contatto con la barca da mercoledì mattina

di Sergio Randazzo -

Si ritiene che un gruppo di circa 500 migranti sia finito in detenzione a seguito di un’operazione di respingimento in Libia. Due organizzazioni umanitarie, l’ONG internazionale Alarm Phone e l’ONG italiana Emergency, hanno confermato la scomparsa di un’imbarcazione nel Mediterraneo centrale con circa 500 richiedenti asilo, tra cui un neonato e donne incinte. Alarm Phone ha confermato di aver perso il contatto con la barca da mercoledì mattina. A quel tempo, la barca era in difficoltà senza motore funzionante in alto mare a circa 320 km a nord del porto libico di Bengasi e a più di 400 km da Malta e dalla Sicilia. Giovedì, l’ONG italiana Emergency ha dichiarato che la sua nave Life Support e la Ocean Viking, un’altra nave di aito umanitario, hanno cercato la barca scomparsa per 24 ore, ma non hanno trovato alcuna traccia o di alcun naufragio. In un incidente separato, l’ONG tedesca SOS Humanity ha affermato che 27 migranti sono stati salvati in mare da una petroliera e riportati illegalmente in Libia. La petroliera “P long Beach” presumibilmente coinvolta in questo caso è di proprietà della società greca Performance Shipping. In base al diritto umanitario internazionale, i richiedenti asilo non possono essere rimpatriati con la forza in paesi in cui rischiano un trattamento duro e in Libia sono stati ampiamente documentati abusi sui rifugiati. Finora quest’anno sono arrivati via mare in Italia più di 47.000 rifugiati, rispetto ai circa 18.000 nello stesso periodo del 2022.