Attualità

I doni cattivi del Fato

La bambina morta a dieci mesi

di Emiliano Di Rosa -

“Due vasi son piantati sulla soglia di Zeus, dei doni che dà, dei cattivi uno e l’altro dei buoni” è un passaggio del Canto XXIV dell’Iliade, quando il vecchio re Priamo va a riscattare il corpo del figlio Ettore da Achille. In una delle pagine più potenti e commoventi mai scritte si coglie il senso della fatalità del dolore umano al di là di logica, ragione, impegno, forza, speranza. Per certi versi la tragedia consumatasi a Noto supera la cronaca, sfugge alla narrazione e alla descrizione dei fatti e alla dinamica dell’incidente … assume quasi, per usare una parola ostica, una dimensione “escatologica” cioè legata al destino degli uomini. 2500 anni dopo Omero Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi chiamerà invece in causa la “Provvidenza” per dare un senso anche al male e alla sventura: un concetto bellissimo, un salvagente a cui aggrapparsi durante la tempesta. Una bambina di nemmeno un anno che muore: la sofferenza più grande che il destino possa riservare a un uomo e una donna scende sui suoi genitori, il respiro viene soffocato ad un’intera comunità! Un poema di guerra in greco antico con “i doni cattivi del destino” e un romanzo italiano che vuol dare conforto con la divina Provvidenza. Ogni altra parola pare superflua.