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I giornalisti manifestano contro la legge “bavaglio”

A Siracusa, davanti alla Prefettura, i giornalisti manifestano contro la cosiddetta legge "bavaglio", come emendamento alla legge di delegazione europea, la legge che ogni anno serve a recepire le direttive di Bruxelles

di melania sorbera -

È vietato pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare fino alla chiusura delle indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare. Ecco la norma bavaglio introdotta dal centrodestra alla Camera, in particolare da Enrico Costa, di Azione, come emendamento alla legge di delegazione europea, la legge che ogni anno serve a recepire le direttive di Bruxelles.

Perchè dire no alla legge bavaglio. La norma, che dovrà essere ora approvata dal Senato, delega il governo a modificare l’articolo 114 del codice di procedura penale prevedendo, nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione e in attuazione dei principi e diritti sanciti dagli articoli 24 e 27 della Costituzione, il divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva Ue 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016. In sostanza con l’entrata in vigore del “bavaglio”, non sarà possibile riportare sulla stampa né l’integrale, né estratti dell’ordinanza di custodia cautelare. In genere nell’ordinanza c’è tutta la storia di arresti, interrogatori, intercettazioni e perquisizioni disposte dai pubblici ministeri.

Nell’ordinanza, ci sono pure i nomi di chi viene arrestato e di chi è solo indagato. È il documento che descrive per intero un caso giudiziario con il racconto dei fatti e delle prove. Nel 2017 il ministro della Giustizia Andrea Orlando, nell’ambito della legge sulle intercettazioni, aveva reso pubblicabile l’ordinanza, eliminando i precedenti divieti.

Ora il Guardasigilli Carlo Nordio, vuole rendere riservate le indagini, a partire dalle intercettazioni. Ha già chiesto che quelle di terzi non siano trascritte. Il testo approvato alla Camera – passato con voto palese con 160 sì e 70 no di Pd, M5S e Avs – per diventare legge, deve prima ottenere il voto definitivo del Senato.