Attualità
“Il diritto alla salute è sotto attacco”
Centinaia di posti letto persi in vent'anni, servizi essenziali ridotti al minimo e il rischio concreto di un ulteriore smantellamento dell'ospedale "Vittorio Emanuele". A Gela la protesta cresce
Da oltre vent’anni l’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela perde pezzi. Posti letto cancellati, reparti dimezzati, personale ridotto all’osso. E ora la nuova rete ospedaliera proposta dal governo regionale rischiando di infliggere un altro colpo a una struttura già in costante emergenza.
Il cuore della protesta pulsa nei numeri: centinaia di posti letto in meno dal 2000 a oggi. I dati parlano chiaro, ma ancora di più parlano le testimonianze. Quelle delle pazienti oncologiche, che ieri pomeriggio, al tavolo convocato dal sindaco Terenziano Di Stefano, hanno chiesto con forza che venga rispettato il “diritto alla salute”. Perché anche la Breast Unit, punto di riferimento per le donne del territorio, oggi è ridotta a ranghi minimi.
Il sindaco ha coordinato l’incontro, a cui hanno preso parte anche i senatori Ketty Damante e Pietro Lorefice, oltre ai parlamentari regionali Michele Mancuso, Nuccio Di Paola e Salvatore Scuvera.
Per i comitati civici e per molti operatori sanitari, il timore è concreto. Perché se i posti letto diminuiscono ancora, inevitabilmente si perderanno anche medici e infermieri. E i reparti ancora in standby — neurologia, ictus unit, emodinamica — rischiano di non diventare mai pienamente operativi.
A chiedere di abbassare i toni e cercare una proposta unitaria è stato anche il parlamentare Ars Salvatore Scuvera. La senatrice Damante ha rilanciato l’appello all’unità tra politica e cittadini.
Il documento che sarà votato stasera in consiglio comunale richiama l’atto critico della Conferenza dei sindaci. Un testo che ricorda come Gela sia stata dichiarata “area ad alto rischio ambientale”, con incidenze tumorali superiori alla media nazionale.
Il dossier che arriverà mercoledì in Commissione Sanità dell’Ars pone nero su bianco le richieste della città: confermare i posti letto attivati durante l’emergenza Covid, iniziare finalmente l’Utin cittadina, completare l’iter del nuovo ospedale, garantire personale adeguato e attivare tutti i reparti ancora chiusi.
Le prossime settimane diranno se tutte le promesse seguiranno i fatti. Intanto Gela si prepara a difendere con forza il proprio ospedale. Perché, come ha detto una delle pazienti intervenute all’incontro, “la sanità non può essere un lusso per chi se la può permettere, ma un diritto per chiunque, a qualunque latitudine”.